Stato d'emergenza, Paolo Becchi contro Giuseppe Conte: "Nessun motivo per dichiararlo"
Ho già scritto che l'incubo di uno stato di emergenza senza emergenza avrebbe terrorizzato anche i più smaliziati e lucidi pensatori della nostre società. Più "distopico" di quanto un Philip Dick avrebbe osato immaginare; più "biopolitico" di quanto Foucault si sarebbe immaginato, quando denunciava i dispositivi di governo delle società ormai post-disciplinari. Ebbene questo incubo sta rischiando di divenire realtà. Partiamo da un dato reale. Nessuno può oggi sostenere che esista una emergenza da Covid. I morti si contano sulle dita delle mani, le terapie intensive sono semivuote. Dal punto di vista sanitario, di fatto non esiste emergenza. Certamente, il rischio esiste, nella misura in cui l'epidemia potrebbe ritornare, magari con l'autunno. Potrebbe, appunto: una probabilità. Ma lo "stato di emergenza" è uno stato. A giustificarlo, cioè, è l'esistenza, al momento in cui lo si dichiara, di una emergenza, diciamo anche un pericolo: ma di un pericolo attuale, che è cosa diversa dalla possibilità che, in futuro, esso potrebbe presentarsi.
Paolo Becchi incalza il fronte pro-Mes: "Perché indebitarsi col fondo e non con le nostre banche?"
La strategia del governo è quella di governare attraverso uno stato di emergenza permanente, facendo valere una logica "securitaria" tale per cui l'azione governativa sarebbe legittimata, più che a risolvere le emergenze, a impedire che si verifichino. L'emergenza diventa permanente perché non c'è (perché si potrà sempre dire che senza i provvedimenti di emergenza essa si verificherebbe - prova impossibile da dare)! Ma in questo modo, si finisce per rendere privo di significato lo stesso istituto giuridico della dichiarazione di uno stato di emergenza, il quale ha senso solo in quanto questo rimanga l'eccezione, e non divenga la regola. Dal momento che la cosa sembrava troppo sporca, si è deciso di coinvolgere il Parlamento, bypassato la prima volta. Il che è contraddittorio: perché se fossimo in una situazione di emergenza, non ci sarebbe il tempo per calendarizzare e discutere la questione, mentre i morti aumentano. Se il Governo si può oggi permettere il siparietto parlamentare, è proprio perché lo stato di emergenza, di cui chiede la proroga, non c'è più.