Vittorio Feltri dalla parte dell'Europa: il taglio delle pensioni? Ecco qual è il "peccato originale"
Si dice che l'Europa ci possa versare un lauto contributo in denaro a una condizione (non come dicono gli analfabeti condizionalità, termine inesistente nella lingua italiana): che il governo approvi una legge in grado di ridurre le spese dell'Inps, oggi insostenibili. Ancora una volta dobbiamo dare ragione a Bruxelles. Intendiamoci, è ingiusto penalizzare i pensionati riducendo i loro assegni o mandandoli in quiescenza allorché sono vicini alla tomba. Il problema è un altro, molto più grave. La Previdenza sociale nacque e prosperò a lungo grazie ai contributi mensili versati dai lavoratori e dalle aziende. Lo scopo era assicurare a chi aveva cessato di sgobbare per raggiunti limiti di età un reddito dignitoso.
E fin qui tutto bene. Le casse dell'istituto reggevano tranquillamente. Poi è successa una cosa orribile. La politica ha gravato la Previdenza di altri fardelli che con le pensioni non avevano che fare, per esempio la Cassa Integrazione guadagni, il sostentamento minimale di coloro che non hanno mai pagato le cosiddette marchette eppure bisognosi di campare con un piccolo finanziamento mensile, infine il reddito di cittadinanza. Va da sé che gli oneri per l'INPS sono diventati enormi mentre gli introiti sono rimasti quelli sganciati dai dipendenti. I quattrini non bastano più a coprire le uscite poiché le entrate non sono aumentate.
Ovvio che la Ue non vada troppo per il sottile, vede un bilancio che fa venire i brividi e pretende dal nostro esecutivo, in cambio di un sostentamento, la riduzione degli esborsi pensionistici. In pratica chiede che la Previdenza costi complessivamente meno di oggi, e pensa soprattutto a un particolare semplice: abbassare le pensioni e ritardare il momento della collocazione a riposo dei lavoratori. L'errore marchiano commesso dai nostri governanti odierni e da quelli di ieri è il seguente: non aver diviso la previdenza dall'assistenza, cosicché ad andarci di mezzo sono sempre e soltanto le persone anziane, i denari delle quali non rimangono nelle loro tasche ma foraggiano gente che non caccia mai un euro e si limita a incassare. Siamo di fronte a una grave ingiustizia ai danni di coloro che hanno rimpinguato il portafogli della Previdenza non per essere retribuiti una volta abbandonato l'impiego, bensì per mantenere chi si gratta il ventre. Prendersela con i pensionati e come sparare sulla Croce rossa.