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Vittorio Feltri contro Marco Travaglio: "Lui un angelo e Nicola Porro un peto? Giù le mani..."

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Non nutro alcuna antipatia per Marco Travaglio, attuale direttore del Fatto Quotidiano. A mio modesto giudizio costui ha una eccellente scrittura seppure un po' pesante, molto diluita. Infarcisce la sua prosa di insulti rivolti agli avversari politici, e questo a me non disturba. Sono favorevole alla libertà di linguaggio e detesto i cretini che per fare i fighi hanno dichiarato guerra al vocabolario, ignorando che le parole nascono e si propagano ad opera del popolo. Ciò che è popolare è vitale e appartiene a tutti. Sono stupito di una cosa che vi segnalo senza spirito polemico e per amore di verità. Travaglio, in una recente disputa sulla condanna subita da Berlusconi per frode fiscale, si è scagliato contro Nicola Porro, conduttore di Quarta Repubblica, in onda su Rete 4, in quanto questi ha dato fiato a chi pensa, in base a una documentazione, che la sentenza in questione sia stata frutto di manovre giudiziarie alimentate da antipatia nei confronti del capo di Forza Italia.

Vero o no che sia, importa poco. Non mi straccio le vesti. La disonestà è caratteristica diffusa nell'umanità e non risparmia né i magistrati né i geometri e neppure giornalisti di vario livello. Il punto non è questo. Non capisco però perché l'opinione di Porro debba essere liquidata come un peto, mentre quella di Travaglio sia considerata il canto di un angelo. Il quale Travaglio in tutto questo groviglio di idee contrapposte ha espresso un pensiero che somiglia ad un autogol. Ha detto che il televisivo Nicola sta dalla parte di Silvio poiché è un suo impiegato. In effetti, Porro oltre a lavorare per una emittente del Biscione è vicedirettore del Giornale che indegnamente ho diretto perfino io - aggiungo, con successo - e al quale per anni ha dato il proprio apporto anche Travaglio.

 

 

Questi di conseguenza, a sua volta, è stato a lungo un dipendente di Berlusconi, dato che questi forniva mensilmente lo stipendio a lui oltre che allo stesso Montanelli per alcuni lustri. Nulla di male, ovvio, ma se non è assurdo che Travaglio sia stato un impiegato del Cavaliere perché mai dovrebbe essere scandalosa la circostanza che Porro lo sia tuttora? Come si evince da tale racconto, pure io sono stato al soldo di Silvio, tuttavia, a differenza di Marco, non me ne vergogno giacché grazie a questo grande editore sono diventato ricco nonostante gli attacchi insensati dell'Ordine dei Giornalisti che perseguita me, dal momento che non sono di sinistra, e lascia in pace te perché sei integrato nel mucchio selvaggio. Per favore, giù le mani da Porro, capace di fare bene il suo mestiere.

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