Cerca
Logo
Cerca
+

Dati Istat, l'88% delle imprese tiene botta, meno le piccole. Aumento le diseguaglianze sociali

ALCUNI POVERI POVERI FRUGANO TRA GLI SCARTI DEL MERCATO DI VIA PAPINIANO A MILANO

Giuliano Zulin
  • a
  • a
  • a

Uno dei big di BlackRock in Italia, Bruno Rovelli, sostiene che «non possiamo pensare a una semplice recessione, l'economia mondiale è stata messa in coma farmacologico ed è stata poi progressivamente risvegliata. Le modalità di un ritorno alla normalità saranno diverse rispetto alle solite, dato che non è una recessione economica, ma è imposta da un evento esogeno che ha causato questa sospensione dell'attività. Le conclusioni principali che abbiamo notato sono che le analogie con il passato lasciano il tempo che trovano». BlackRock è il più grande fondo d'investimenti mondiale, i suoi dirigenti non parlano a vanvera. C'è incertezza dopo la pandemia, ma non bisogna buttarla in pessimismo. Un atteggiamento che in economia è auto-avverante: se dici che va male, alla fine andrà peggio. Si vive alla giornata in queste settimane di fase 2-3, sì. Ci troviamo fra color che son sospesi. Sembra che qualsiasi cosa sia rinviata a settembre. Per quel mese c'è chi ipotizza gente in piazza, rivolte... Tuttavia i numeri che rimbalzano in questi giorni non sono devastanti come si temeva. Gian Carlo Blangiardo, presidente dell'Istat, ieri ha fatto la radiografia al Paese. Intanto, buona notizia, solo il 12% delle aziende è intenzionato a licenziare non appena il governo toglierà il blocco. Questo significa che l'88% delle imprese per ora tiene botta. Soffrono ovviamente le piccole ditte, quelle con pochissimi dipendenti, che magari non hanno i mezzi per resistere alla tempesta che si è abbattuta sul mondo. C'è bisogno di liquidità, un terzo degli imprenditori ne avrebbe bisogno come il pane, mentre le banche non regalano quattrini - anche quelli coperti dalla garanzia pubblica - poiché non si fidano dello Stato, che dovrebbe sostenere eventuali buffi. Soffrono coloro i quali lavorano in nero. Secondo l'Istat un milione di persone ha un'occupazione irregolare e col blocco sono crollate le entrate. Così - nota l'istituto di statistica - crescono le disuguaglianze. Il Covid ha accelerato processi già in atto: a) la digitalizzazione della nostra vita, tanto per cominciare. Il Nasdaq, il listino dei titoli tecnologici di Wall Street, è sui massimi di sempre, nonostante il record di contagi negli Usa e 20 milioni di disoccupati. Si scommette su un mondo più impersonale, col telelavoro, con il commercio elettronico più spinto. Apple e Tesla, regina delle auto elettriche, valgono insieme quanto il Pil italiano. b) la denatalità cresce. Si sognano due figli per coppia ma non si fanno. I neonati diminuiranno ulteriormente, sotto quota 400mila l'anno, causa timore del futuro.

 

 

 

Chiaro che il mondo che avanza, com' è sempre accaduto, lascia indietro gli impreparati: addirittura secondo Istat ci sono stati più morti di virus tra i meno istruiti, soprattutto maschi. Inquietante. E i poveri - come abbiamo scritto tre giorni fa - sono sempre più poveri, considerando che gli aiutini pre-Corona, come qualche lavoretto in nero, sono spariti: ora, per la sicurezza, è tutto tracciato. C'è poco spazio per l'irregolarità. I cosiddetti ricchi, almeno secondo il nostro sistema fiscale, sono invece più benestanti. Nei conti correnti ci sono 1650 miliardi, più 100 miliardi rispetto al 2019. Meno spese, più patrimonio. Ci sentiamo comunque tutti un po' spaesati, non sappiamo se scoppierà una crisi tremenda o torneremo alle abitudini di prima. Magari le cambieremo, ma la storia insegna che - come ripete Ennio Doris - l'umanità avanza e migliora. E l'Italia, per dirla come BlackRock - «se si mette insieme debito pubblico e privato risulta più in equilibrio di altri».

Dai blog