Silvio Berlusconi, Vittorio Feltri: "Il documento che svela il complotto progressista. Questa storia non può finire qui"
Non mi sorprende che i grandi (si fa per dire) giornali italiani non abbiano dato particolare rilievo alla notizia che Silvio Berlusconi venne condannato senza motivo a 4 anni di reclusione, espulso dal Senato e privato dei diritti civili. Ieri e ieri l'altro è stata diffusa la registrazione di un intervento del giudice di Cassazione, Amedeo Franco, il quale affermava che il Cavaliere era stato punito non a causa di un reato, mai commesso, bensì poiché politicamente considerato un mascalzone. Si dà il caso che il citato magistrato, poi morto - crepano anche coloro che indossano la toga - non fosse un passante ma facesse parte del collegio giudicante, quindi degno di fede. Di qui lo scandalo meritevole della massima evidenza, eppure silenziato o minimizzato dalla stampa di sinistra, quasi tutta, la quale in sintonia con la politica di sinistra sognava da anni il siluramento, pure per via giudiziaria, del leader di Forza Italia.
Tale stampa se ora accettasse la realtà, e cioè l'idea che Berlusconi sia stato cacciato in seguito a un complotto progressista in collaborazione con la magistratura alta, ammetterebbe di aver agito in modo schifoso. Ecco la ragione per cui tace o si limita a sussurrare tra mille dubbi espressi a denti stretti. Tuttavia ora c'è qualcosa di più della summenzionata registrazione. Oggi Libero pubblica la sentenza con la quale il Tribunale civile di Milano dichiara l'innocenza di Berlusconi a riguardo della presunta frode fiscale. È un documento decisivo che smonta l'impalcatura accusatoria in base alla quale fu compiuto l'arbitrio giudiziario. C'è poco da discutere. Basta leggere l'atto che vi offriamo in omaggio alla verità.
Silvio era protagonista della vita pubblica italiana, guidava il partito più importante, era stato tre volte presidente del Consiglio e continuava a menare il torrone a Roma. Ovvio che fosse odiato dagli avversari i quali non avevano argomenti per farlo secco. Da qui il proposito di chiedere aiuto al potere giudiziario che infatti si prestò, lo si evince dalle carte, per organizzare l'espulsione del Cavaliere mediante un processo manovrato come un'arma da fuoco. La vittima venne addirittura radiata dal Parlamento in applicazione retrospettiva (grave scorrettezza) della legge Severino.
Nel frattempo Forza Italia perse consensi e compattezza, mentre gli altri partiti ebbero l'opportunità di approfittare della situazione onde rivitalizzassi. In sintesi la vicenda è tutta qui, una porcata che turba le coscienze facendoci comprendere che il Paese è nelle mani sporche di soggetti poco raccomandabili. La nostra tenue speranza è che il capo dello Stato, rendendosi conto di quanto accaduto, si scusi a nome dei cittadini della ingiustizia perpetrata ai danni del Cavaliere e si affretti a risarcirlo nominandolo senatore a vita. Lo abbiamo proclamato e lo ripetiamo. Questa vicenda non può finire qui.