Paolo Becchi sull'asse che farà fuori Di Battista: "Grillo si riprende la scena e Conte si accoda"
Il fatto che Beppe Grillo dopo tanto tempo torni sul suo blog ad occuparsi di telecomunicazione non sorprende. Le sue battaglie di diversi anni fa per una rete delle telecomunicazioni in mano pubblica sono note. Chi non ricorda il modo in cui Grillo sfotteva nel corso dei suoi spettacoli il "tronchetto della felicità"? Ora dopo quello che è successo con Open Fiber, che tramite i suoi azionisti Enel e CdP avrebbe dovuto realizzare quest' obiettivo e non c'è riuscito, Grillo cambia idea e si accontenta del male minore: andrebbe bene un'unica infrastruttura anche privata, importante che sia aperta a tutti e che si occupi anche del 5G cinese. Beppe Mao lo vuole con ardore. Segue una breve analisi e in sostanza due conclusioni: licenziare l'amministratrice delegata di Open Fiber (che certo andrà in orgasmo per la proposta) e far salire CdP in Tim, con una ulteriore cifra del capitale pari a quella di Bollorè.
CAPO O GARANTE?
Non mi interessa qui entrare nel merito delle proposte di Grillo. È il tono con cui vengono presentate. Un tono imperativo, come se lui fosse il Capo di quello che al momento sia pure solo formalmente resta in Parlamento il partito di maggioranza relativa. Non è il Capo, non è neppure un parlamentare dei cinque stelle, il suo ruolo a termini di statuto dovrebbe essere soltanto quello di garante delle regole del Movimento. Ma da agosto dello scorso anno la musica è cambiata. Questo governo è il suo governo e ora si sta riprendendo la guida del Movimento. Ecco perché proprio ora Grillo si è deciso ad intervenire con una proposta politica concreta. È del tutto evidente che vuol lanciare un messaggio sia all'interno del Movimento sia al governo. È tornato lui in campo, non è più il garante, ma il "padre padrone", il vero capo. Un capo che essendo Grillo non ha neppure bisogno di essere incoronato da una votazione tra gli iscritti. L'Elevato è ritornato sulla terra e si è ripreso il Movimento. Ora, se Conte è furbo, come lo è stato negli ultimi mesi, non gli resta che cogliere al balzo l'opportunità che gli ha dato Grillo per rilanciare se stesso e al contempo ricompattare il Movimento, neutralizzando quella che resta l'incognita rappresentata da Di Battista.
Al momento vige una tregua. Bisogna dirottare l'attenzione dal Mes, troppo divisivo, e trovare un argomento che possa unire. Ripartiamo dunque dal fortunato "tronchetto". E così per la prima volta nella storia repubblicana assisteremo ad un governo che dopo avere preso ordini dai virologi li prenderà ora da un comico fallito che non si sa bene per quali ragioni dopo passi di lato, di traverso, indietro, ha deciso di farne di nuovo uno avanti. Il premier ha capito che l'aria è pesante. Così in un'intervista al Fattoquotidiano.it sposa subito la linea dell'Elevato. Il rafforzamento della quota dello Stato in Tim (tramite Cdp) dal 10% al 25% per consolidare il progetto di realizzazione di una rete unica in fibra ottica in Italia «è una buona idea, è uno dei percorsi che stiamo valutando anche se non posso dare ora soluzioni concrete. La banda larga - ha spiegato Conte - è un progetto specificato nel piano di rilancio, certo dire ora che vogliamo salire al 20%, al 25%, al 10% (attuale quota, ndr) implica passaggi societari, significa confrontarsi sul mercato».
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IL MERCATO NON CI CREDE
A proposito di mercato: Tim attualmente è una società privata che possiede una rete infrastrutturale unica nel Paese. I grandi azionisti sono Vivendi (Bollorè) e il fondo americano Elliot, quello che controlla il Milan, e appunto Cdp. Gli stranieri hanno in carico le azioni a prezzi ben più alti degli attuali, visto che Telecom Italia viaggia ai minimi di sempre intorno a 0,4 euro da mesi. E ieri l'idea di una "scalata" di Cdp nel capitale dell'ex monopolista dei telefoni avrebbe dovuto ringalluzzire il titolo a Piazza Affari... Niente. Segno che il mercato non crede molto al progetto. Quella del comico rimane dunque una grande sparata. Peraltro «piena di fake news», come ha commentato piccata Open Fiber. Il tutto per recapitare un messaggio al premier: se fai il bravo, resti a Palazzo Chigi e decidiamo insieme il prossimo capo dello Stato.