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Paolo Becchi contro Repubblica: "L'importante è che non torni in piazza Salvini, per gli altri le regole non valgono"

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Sono passati pochi giorni dalla riapertura del 3 giugno, ma è già emersa una disparità di trattamento nelle manifestazioni a seconda di chi scende in piazza. Il centrodestra è stato crocefisso per gli assembramenti, tanto che sono state minacciate delle sanzioni contro Matteo Salvini e le persone che hanno partecipato all’evento del 2 giugno, mentre altri tipi di proteste sono state incensate da una larga parte dell’opinione pubblica. È il caso delle migliaia di persone che sono scese in piazza a Bologna contro il razzismo: un gesto lodevole per una causa nobile come quella di George Floyd, ma pur sempre caratterizzato da assembramenti non del tutto in regola. In questo caso però l'infrazione non sembra interessare né alle istituzioni né ai ‘giornaloni’, Repubblica in primis, che viene usata come spunto da Paolo Becchi per esprimere una considerazione sul tema: “L’importante è che in piazza non ci torni Salvini. Per tutto il resto le regole non valgono. È ora evidente che le disposizioni sugli assembramenti sono solo contro di lui?”. Una domanda retorica, perché ormai è chiaro che sulle manifestazioni si stiano utilizzando due pesi e due misure. 

 

 

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