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Paolo Becchi, il piano di Beppe Grillo: lui leader M5s per portare Romano Prodi al Quirinale

Paolo Becchi
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Sono settimane decisive per il Movimento Cinque Stelle e ovviamente per il governo Conte. C'è chi pensa, considerando la totale confusione che regna all'interno del partito formalmente di maggioranza relativa, che sia venuto il momento di far fuori Conte. La mia impressione è che però qualcuno stia facendo male i conti. Certo, sarebbe il sogno del Pd, quello, dopo aver perso le elezioni politiche, non solo di essere al governo ma addirittura di essere il governo. Perché allora non pensare alla sostituzione di Conte, trovando una persona più autorevole per gestire la fase dell'emergenza economica, e magari allargando un po' la maggioranza? Ed ecco che per indebolire Conte oggi cominciano ad apparire notizie intorno all'ipotesi di un suo partito, che io per primo mesi fa, con Palma, avevo anticipato su questo giornale. Ma perché oggi la stessa notizia è su un giornalone? Semplice, si vuole indebolire Conte, far crescere il malcontento contro di lui. Certo che Conte sta pensando al partitino, ma come scrivevamo non per farlo ora, perché ora significherebbe dar adito all'ipotesi di crisi. Che lui certo non vuole. Ma se un rimpastino ci può stare, il ministro Azzolina come può rimanere al suo posto? Non sappiamo ancora se le scuole a settembre saranno di nuovo riaperte. In Europa siamo stati primi a chiuderle e mentre già riaprono dappertutto, noi non sappiamo ancora cosa succederà a settembre. È ovvio che un ministro del genere se ne debba andare al più presto. Potrebbe essere l'occasione per un rimpasto più generale, ma sempre sotto la guida di Conte. Chi mira ad indebolirlo oggi fa i conti senza l'oste. Ma chi è l'oste? Non lo avete ancora capito? Beppe Grillo. Grillo ha una fiducia totale in Giuseppe Conte, lo ha difeso e lo difenderà sempre. Questo governo è stato voluto da Grillo, e ora che il governo si trova in difficoltà sarà costretto, proprio per salvare il governo, a riprendersi la guida del Movimento Cinque Stelle. Ma no, lui è garante, lui ha da risolvere certi problemucci familiari, ci sono le regole, ci vuole un nuovo capo politico. Ma cosa volete che importi a Grillo delle regole.

 

 

C'è Davide Casaleggio. Ecco, questo potrebbe essere un problema, il figlio che ricorda ancora il padre. Bene, non gli resterà che una possibilità, tacere, accettare, o fare le valigie. I parlamentari sarebbero tutti - per ragioni economiche - felicissimi. D'altronde non si capisce proprio come il figlio possa rimanere in un Movimento che ha tradito tutto quello in cui credeva suo padre. All'anarchia che oggi domina all'interno dei Cinque Stelle, bisogna comunque riconoscerlo, solo Grillo è in grado di porre un freno. Ma si dovrà pure votare in rete, e votando in rete il capo politico gli iscritti voteranno Di Battista. Questo può essere un nuovo piccolo problema, ma perché votare in rete? scappatoia Il garante può fare quello che cazzo gli pare, lo ha già fatto, può far votare e rivotare persino sino a che non esce il nome che vuole lui, ma perché dovrebbe esporsi ora al voto in rete? C'è sempre il modo per trovare una scappatoia, che vada bene per tutti. Grillo come capo politico ad interim, che valga "per ora" per la situazione di emergenza e che consenta alla legislatura di andare avanti con Conte. C'è da eleggere il presidente della Repubblica, Prodi sta aspettando da tempo. E perché non riprovarci ora? E poi ci può sempre essere una alternativa. Se Conte supera l'ostacolo dell'emergenza economica, perché non potrebbe essere proprio lui il prossimo presidente della Repubblica?

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