Vittorio Feltri all'attacco: "Me ne frego della Grecia. Il mare? Un bacino di schifezze"
Atene annuncia di non voler ospitare i turisti provenienti dal Nord Italia. Li tratta tutti quali appestati, pericolosi untori, pertanto li respinge senza tentennamenti. Personalmente, poiché non amo il mare e perciò non vi ho mai messo piede (mi dicono che sia salato, che schifo), me ne infischio della decisione degli ellenici. Anni fa mi recai nella capitale greca e ne ricavai una pessima impressione: edifici malconci, traffico caotico, una gran confusione che mi trattenni nella città il tempo sufficiente per condurre a termine il mio lavoro, non un minuto di più. Non ci tornai né intendo farlo, pur riconoscendo che sto parlando di un Paese che in fatto di cultura e civiltà ha qualche credito nei nostri confronti.
I secoli passano e i Democrito, i Pitagora, i Socrate, i Platone eccetera non nascono più nei pressi dell'Egeo. Al massimo salta fuori qualche colonnello tiranno, in particolare dilaga la miseria, nonostante gli aiuti ipocriti e fasulli dell'Europa. Molti nostri connazionali mostrano un debole per le isole greche dove si praticano prezzi di soggiorno assai convenienti. Tuttavia questa estate essi non potranno visitarle causa il descritto divieto. Pazienza, non è il caso di stracciarsi le vesti. Chi rimpiange la Grecia si consoli andando nella Magna Grecia, che forse è addirittura migliore e soprattutto ha una lingua docile: l'italiano, che facilita i rapporti con i residenti.
A proposito del mare, devo ammettere che lo detesto per un motivo che sfugge alla maggioranza della gente: esso è un bacino di schifezze, infatti vi confluiscono tutte le deiezioni mondiali, è pieno di cacca e di pipì, tutta roba con la quale non gradisco confrontarmi. Mi sta a cuore l'igiene e preferisco i monti delle mie valli orobiche, che offrono un ambiente asettico. Quanto alla Grecia, giova far presente ai suoi governanti orbi che rinunciando ai bagnanti lombardi, veneti, piemontesi ed emiliani, essa si priva di introiti finanziari rilevanti. Cosa di cui a me non importa nulla, ma che potrebbe irritare gli ellenici alle prese con una situazione economica disastrosa.
Vero che pure la nostra patria non attraversa un periodo di floridezza, tuttavia occorre segnalare che, alla faccia del Coronavirus, la manifattura italiana, l'industria, ha ripreso presto ad occupare il primo posto nella classifica europea. Essa produce maggiormente rispetto alla Germania, alla Francia, alla Spagna e all'Inghilterra. Mi sembra un dato interessante, di cui gli abitanti della penisola dovrebbero prendere atto per smetterla di frignare e recuperare fiducia in loro stessi, essi avranno tanti difetti però, al confronto non solo dei greci, sono marziani. Forza paisà, siamo sulla strada buona e tra un po' spiccheremo ancora il volo nonostante i menagramo dell'esecutivo, usi a condannarci a morte senza sapere che moriranno prima loro.
Infine una preghiera rivolta ai virologi che ormai incutono più paura del virus, in quanto non cessano di litigare tra loro sulla cattiveria del Covid. Chi sostiene che questo sia debilitato e chi proclama che i candidati alla bara invece siamo noi. E ce ne accorgeremo a dicembre, allorché l'infezione dilagherà di nuovo. Un po' di silenzio, per favore. Sarebbe opportuno che gli scienziati frequentassero di meno gli studi televisivi e di più i laboratori di ricerca.