Luca Palamara, Paolo Becchi e la questione morale della magistratura: "Mani sporchissime, come possiamo fidarci?"
Paolo Becchi parla a ruota libera della “questione morale” della magistratura, travolta da uno scandalo senza precedenti a causa delle decine di migliaia di chat intercettate appartenenti a Luca Palamara. Il quale domenica sera ha detto le sue verità nel salotto di Massimo Giletti, a Non è l’Arena: ha parlato a lungo del sistema delle correnti, che è una scorciatoia per fare carriera e che penalizza chi le toghe indipendenti. Ma ha anche rivendicato di non essere un mostro, il male assoluto, bensì un mediatore tra le varie anime della magistratura all’interno di un sistema che funzionava prima di lui e anche dopo.
“Noi dovremmo avere fiducia in questa magistratura che ha fatto della sua professione un mercimonio, una truffa più o meno legalizzata?”, è la domanda di Becchi, che si vergogna per quanto sta emergendo in questi giorni. “Le mani di questi magistrati sono sporchissime, non si può andare avanti così. Il paese è sull’orlo di una dittatura sanitaria - ha aggiunto l’editorialista di Libero - con un premier che sopravvive grazie al virus (che quasi non c’è più) e allo stesso tempo con una magistratura che raggiunge livelli bassissimi, quasi da racket criminale. È pazzesco ed è una vergogna”.