Non esistono bambini che non amano leggere
I bambini hanno bisogno di storie
Non esistono bambini che non hanno voglia di leggere o che non amano i libri. Esistono bambini a cui sono state proposte letture sbagliate. Troppo difficili? Troppo semplici? Poche illustrazioni? Un immaginario diverso da quello che cercano? Come avvicinarsi in maniera facile, costruttiva e intuitiva alla lettura in modo che non si scateni il rifiuto prima ancora di aver apprezzato la bellezza del leggere? Scegliendo. Andando alla ricerca del libro giusto con la stessa attitudine con cui si fa una caccia al tesoro oppure più banalmente ci si informa su un film prima di andarlo a vedere al cinema. Perché il libro, per piacere, deve essere quello adatto. C'è un dato paradossale da considerare: noi adulti leggiamo meno di loro, almeno in Italia. Secondo l'Associazione Italiana Editori (AIE ) nel 2008 la fascia di popolazione dei 6-17enni ha dichiarato di leggere circa un libro al mese a fronte degli adulti che sono, nel 44% dei casi, assestati su un libro all'anno. E questa distanza si allarga ulteriormente se prendiamo in considerazione la fascia 11-14 anni, dove circa il 63% dei ragazzi si dichiara lettore abituale pur svolgendo quotidianamente e in parallelo le consuete attività legate all'uso di internet, sms, chat e alle sempre presenti attività sportive. I bambini hanno bisogno di storie. Non è un segreto che i bambini di tutte le età abbiamo bisogno di storie, vero nutrimento della sfera emotiva. Le situazioni fiabesche dalla paura alla menzogna, al tradimento, alla sfida, rispettando la visione magica infantile delle cose, esorcizzano incubi inconsci , placano inquietudini, aiutano a superare insicurezze e crisi esistenziali, insegnano ad accettare le responsabilità e ad affrontare la vita. Ma ogni storia ha un'età per essere scoperta e poi occorre sapersi accostare nel modo giusto agli argomenti, saperli vivere interiormente ancor prima di averli proposti, perché essi sortiscano il giusto significato. Ci vuole tempo, pazienza e dedizione. Ma ne vale la pena. Siamo per dare ai nostri figli uno dei doni più grandi dopo la vita: il piacere di vivere.