Tragica fuga dal circo Giraffa finisce uccisa
Il cucciolo ammazzato forse da una dose eccessiva di calmante
di Antonella Luppoli È fuggito ieri mattina intorno alle otto, ha vagato per diverse ore tra le vie del centro di Imola. La sua corsa si è arrestata all'interno del cortile della «Cooperativa Cefla» lungo la via Selice in direzione casello dell'A14, dove è giunto con la bava alla bocca, il cuore impazzito e gli occhi terrorizzati. Poi è stato rinchiuso in una gabbia improvvisata e sedato con due iniezioni sparate da un agente della Polizia Provinciale. Ma, forse a causa di un arresto cardiaco, o di un dosaggio esagerato del medicinale calmante è morto qualche ora più tardi. Oggi l'autopsia farà luce sulla vera causa del decesso. Di chi stiamo parlando? Di Aleksandre un esemplare maschio di giraffa di 4 anni, arruolato nel circo «Rinaldo Orfei» ospite in questi giorni nella città in provincia di Bologna. Voleva godersi un po' di libertà - probabilmente stanco delle «ristrette sbarre» - così è sceso in strada dove ha seminato il panico tra la gente e per la verità, danneggiato anche qualche auto. Immeditamente, sono stati allertati i vigili urbani che hanno tentato di braccarlo. Ma non deve essere semplice fermare un animale che pesa 920 kg e che è alto 5 metri, tra l'altro spaventato e sicuramente non abituato all'asfalto e alle macchine. L'habitat naturale delle giraffe è infatti tutt'altro, ma agli addetti ai lavori circensi questo sembra importare poco. È solo uno lo slogan: «The show must go on». Anche a costo di inadeguatezze e, perchè no, maltrattamenti fisici e psicologici. Non conta insomma se il «divertimento» priva gli animali della propria dignità. Dopo la morte dell'animale è scoppiata la polemica. Come si può uccidere una giraffa per un motivo così banale? E in Parlamento cosa si fa per evitare che accadano tristi episodi simili a quello che abbiamo appena raccontato? Poco o nulla. Esiste un disegno di legge che vieta la presenza degli animali nei circhi, ma è fermo chissà su quale scrivania da quattro legislature. E mentre l'Italia rimane a guardare, gli altri Paesi - ad esempio la Francia, ma anche altri Stati meno all'avanguardia - vietano questa insensata abitudine. Sulla vicenda è intervenuta l'ex ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla. «Oggi ad Imola il circo ha messo in scena l'ennesimo spettacolo degradante, che non fa certo onore al nostro Paese». Poi la fondatrice della Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente aggiunge: «È ora di smetterla con questi spettacoli crudeli, diseducativi e certamente arretrati sotto il profilo culturale ed etico».