Balla coi cani
Per addestrare Fido un sussurro o una carezza sono meglio di un ordine
Martedì sera in prima serata RaiUno ha mandato in onda uno dei più bei film della storia del cinema Hachiko, il tuo migliore amico, con Richard Gere diretto dallo svedese Lasse Hallström, uscito nel 2009. Chi lo ha visto oltre ad aver pianto per la maggior parte del tempo sa perfettamente di cosa sto parlando: della storia di un'amicizia («di un amore» dirà Gere) che va oltre il normale rapporto fra padrone e cane e che sottolinea la fedeltà e l'intelligenza del miglior amico dell'uomo. Una storia commovente ma soprattutto vera, accaduta negli anni '20 in Giappone, dove il legame fortissimo tra cane e padrone si compie in un rito quotidiano: tutti i giorni, Hachi, il cane, accompagna alla stazione il suo amico, il professor Parker e lo aspetta allo stesso posto ogni sera. Purtroppo, Parker morirà colpito da infarto: Hachi, imperterrito, lo attenderà ogni sera per dieci anni fuori dalla stazione di Shibuya, nel cuore della metropoli di Tokyo dove era solito ritornare dal lavoro. Così ogni giorno sino al suo decesso nel 1935. A Hachiko la città di Tokyo ha dedicato una statua proprio davanti alla stazione dove ha, per tanto tempo, atteso il padrone. Prendo spunto da questa storia commovente e carica di sentimento per dire che Hachi non era stato addestrato a fare nulla dal suo padrone, eppure i due avevano un'intesa speciale, avevano scoperto insieme un linguaggio per capirsi con un solo sguardo. Come è possibile? È nella natura dei rapporti d'amicizia degli esseri umani ed è altrettanto possibile nell'amicizia con il proprio cane, come spiega La donna che balla con i cani, Maike Maja Nowak, esperta di psicologia animale e terapia comportamentale, fondatrice del Dog-Institut, centro di rieducazione, nel suo suo libro (edito da Salani). Maike prende le distanze dai principi dell'addestramento tradizionale, costruisce la relazione con il cane attraverso l'osservazione. «Niente ricompense e punizioni, che obbligano il cane a una risposta condizionata, ma un rapporto basato sulla fiducia e la rassicurazione, su regole semplici e ben definite», scrive, sicura dopo anni di esperienza che è possibile risolvere i comportamenti difficili dettati dall'ansia e dalla nevrosi, o aiutare un cane a superare un trauma da abbandono. Per Maike Maja Nowak, la principale risorsa è l'osservazione: sono gli animali stessi a suggerire l'approccio giusto, basta guardare il modo in cui si comportano nel branco. «Molti problemi di convivenza con gli animali sono causati dalla cattiva interpretazione dei segnali che essi mandano. Spesso il cane non fa nulla di male, sono i padroni a inviargli segnali sbagliati». Nel suo volume sono raccolti alcuni dei casi più eclatanti e significativi da lei risolti. Tra le pagine del libro c'è posto per i cani aggressivi e per quelli troppo timidi - dal bassotto mordace al labrador conteso dalla coppia - per i cani afflitti dall'ansia o colpiti da un trauma da abbandono. Storie di psicologia canina e umana, ma soprattutto storie di persone che grazie ai loro animali imparano a guardare dentro di sé e a migliorare non solo il rapporto con il proprio animale, ma anche quello con se stesse. Oltre alla relazione con il cucciolo, l'autrice crea un rapporto anche con i padroni. Osservando i cani e parlando con i loro padroni, è possibile arrivare a intuire le motivazioni di un comportamento canino che può diventare un problema. «I cani sono lo specchio delle persone. E, come tali, offrono loro la possibilità di osservare e cambiare se stessi», scrive Nowak. «La capacità invidiabile dei cani di cambiare idea su di noi dall'oggi al domani (addirittura sul proprio padrone!) dipende dal fatto che interagiscono ogni giorno con il nostro vero io, senza lasciarsi sfuggire nessuna novità, anzi prendendo ogni cambiamento molto sul serio. Al contrario, noi esseri umani possiamo vivere per anni con una persona senza renderci conto che non è più la stessa». La filosofia della donna che balla coi cani risiede in una delle sue famose risposte alla domanda: «Che metodo adotta con i suoi cani?». Nowak: «Che metodo adotta con i suoi amici?». di Daniela Mastromattei