Frodi alimentari, un business da 145 milioni di euro
Sono i dati del Rapporto Italia a Tavola 2010 presentato oggi dal Movimento Difesa del Cittadino (Mdc) e Legambiente. Nel 2009, più di 700mila controlli
Cozze, vongole, vino, mozzarella, pomodori, olio. I prodotti italiani vengono spesso contraffati e il business dell'agroalimentare si fa “sempre più appetibile per la criminalità organizzata”. Lo conferma il Rapporto Italia a Tavola 2010 presentato oggi dal Movimento Difesa del Cittadino (Mdc) e Legambiente. Nel 2009, ci sono stati oltre 700mila controlli da parte delle forze dell'ordine (Nas, Icqrf, corpo forestale, agenzia delle dogane, sistema di allerta comunitario, capitanerie di porto, carabinieri per le politiche agricole e alimentari), 41 milioni di chili di merci sequestrate per un valore di 145 milioni di euro. L'Italia, come sottolineato dal generale Cosimo Piccinno dei carabinieri per la tutela della salute (Nas), ''è il Paese europeo in cui si fanno piu' controlli. E quindi si scopre di piu'. Opinione confermata dal direttore generale del ministero della Salute Silvio Borrello: “'Siamo il primo Paese in ambito comunitario che attiva il sistema di allerta; questo significa che c'e' maggiore attenzione istituzionale ma anche da parte dei cittadini, che sono parte integrante del sistema di sicurezza alimentare''. Secondo il presidente del Mdc, Antonio Longo ''le forze preposte ai controlli funzionano e hanno bisogno di essere rafforzate. Per questo consiglia di ripristinare e attivare l'Agenzia nazionale per la Sicurezza Alimentare. Il falso italiano è un mercato allettante, soprattutto per i prodotti esportati, grazie a un 'stacca-attaccà di etichette. Il problema è stato sottolineato dal senatore Francesco Ferrante della segreteria nazionale di Legambiente. '”C'e' pressione criminale, in particolare di quella organizzata. Che da una parte può mettere a repentaglio la salute dei consumatori, dall'altra colpisce un settore trainante dell'export Made in Italy”. “Vanno difese dalle frodi le nostre piccole e medie aziende, nelle mire dei gruppi organizzati che speculano con profitti di milioni di euro'' ha concluso Ferrante.