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Agenzie al servizio della crisi

Mattias Mainiero risponde a Giuseppe Zanandrea

Mattias Mainiero
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  Egregio Mainiero, la notizia che l'agenzia di rating S&P sta valutando di abbassare la tripla A di Francia e Germania potrebbe essere una buona notizia, nel senso che finalmente anche i due "capetti" di quei governi potrebbero essere indotti a pensare seriamente a riformare il Trattato dell'Unione, dotando l'Europa di quel governo che non c'è e che mette il colosso europeo alla mercé della speculazione internazionale. Che ne pensa? Giuseppe Zanandrea Merano Detta papale papale: le agenzie di rating hanno rotto i cosiddetti e prima l'Europa le manda a quel paese meglio è.  Sono agenzie di assalto. Con le loro irruzioni, a volte approssimative, a volte chiaramente sbagliate, a volte dalla sospetta tempistica, hanno innescato e scandito le tappe della crisi, affossato speranze e buone intenzioni, annullato gli effetti delle manovre economiche, licenziato governi democraticamente eletti. Tutto cominciò quando Fitch, che fino ad allora sembrava non essersi accorta di nulla, declassò il debito greco portandolo da A- a BBB+. Poi una pioggia di bocciature ed errori colossali. Ad agosto Standard & Poor's ha annunciato il declassamento del rating della Francia. Poi ha ammesso che si era trattato di un errore. Nel frattempo sui mercati era successo il finimondo. Il 16 novembre ha assegnato un rating B+ a un gruppo di bond ucraini. Quei bond non sono mai esistiti. Il 17 novembre ha decretato il declassamento del rating del Brasile. La nuova valutazione era esattamente la stessa già assegnata in precedenza al Brasile. Moody's, da parte sua, non è stata da meno: prima ha accennato ad un rischio solvibilità dell'Italia, prima ha condannato il nostro Paese spedendolo nell'inferno degli inaffidabili, prima ha scatenato la tempesta sui nostri titoli di Stato e sulle Borse europee. Poi ha smentito tutto. A mercati chiusi, quando il peggio era già avvenuto. Ora, all'indomani dell'ennesima manovra che mette in sicurezza i nostri conti (a costo di sacrifici enormi) e a pochi giorni da un vertice europeo giudicato decisivo, il nuovo intervento e le nuove minacce sul rating 15 paesi dell'Eurozona, tutti tranne Cipro e la Grecia già declassata. Per rispondere alla sua domanda: la Merkel sta mettendo giudizio perché una maggiore duttilità conviene anche a lei e alla Germania. Le agenzie di rating no. Per il nostro bene vanno abolite. [email protected] Lunedì sera Fiorello ha fatto un irraggiungibile 50% di share. Il giorno dopo Monti va da Vespa. Se al presidente del consiglio servono di simili traini per poter avere un livello di popolarità soddisfacente, vuol proprio dire che la maggioranza degli italiani difficilmente lo aiuterebbero anche ad attraversare la strada. Achille Falaspetti e.mail Caro Mainiero, proviamo ad immaginare cosa sarebbe accaduto nelle piazze italiane se il governo Berlusconi avesse portato avanti una manovra come quella del governo Monti. I giovani in piazza, che fino a un mese fa strillavano "noi la crisi non la paghiamo", dove sono? Sono contenti dell'innalzamento dell'età pensionabile che rende ancora più complicato il loro ingresso nel mondo del lavoro? I pensionati e i lavoratori iscritti alla Cgil, azionisti di maggioranza del Pd, sono disposti a tollerare che la manovra metta le mani nelle loro tasche? Le opposizioni del precedente governo, che ogni giorno proponevano come rimedio alla crisi la lotta all'evasione fiscale, ora pensano che sia giusto ricorrere a nuove tasse sui lavoratori? Cà nisciun' è fess'. Gianmauro Melis Fano (Pesaro e Urbino) Trova il tempo di riflettere, è la fonte della forza. Trova il tempo di giocare, è il segreto della giovinezza. Trova il tempo di leggere, è la base del sapere. Trova il tempo d'essere gentile, è la strada della felicità. Trova il tempo di sognare, è il sentiero che porta alle stelle. Trova il tempo di amare, è la vera gioia di vivere. Trova il tempo d'essere contento, è la musica dell'anima. ...Da una antica Ballata irlandese.Annamaria De Matthias e.mail Palco reale della Scala. Diversi personaggi per diversi atteggiamenti. Napolitano si sarà guardato attorno, infastidito dal fatto che il teatro più famoso al mondo fosse stato inaugurato nel 1778, quando l'Italia non esisteva, non era unita. Per tutta la durata dell'opera avrà pensato a quanto sarebbe stato bello se fosse stato aperto nel 1861. Monti tutto il tempo a guardare l'orologio per capire quanto mancava alla fine. Non ha tempo da perdere, deve tornare rapidamente a lavorare per salvare il Paese (ma chi glielo ha chiesto?). Sta completando importanti studi al termine dei quali dimostrerà che uno più uno fa tre e forse ancora di più e in tal modo farà quadrare i conti pubblici. Coraggio, la serata non è stata infruttuosa. Don Giovanni gli ha fatto venire in mente un'idea meravigliosa: la tassa sulle amanti, l'adulterometro. Le donne costano. In seconda fila Pisapia, aria smarrita nonostante fosse il padrone di casa. Impegnato per tutto il tempo a cercare in platea o nei palchi eventuali Rom o extracomunitari per dare all'evento una connotazione multietnica tanto cara alle sinistre. Non fatevi illusioni, o voi tre. Gli applausi al termine dell'inno non erano per voi ma per gli italiani che vi sopportano.Guido Naguzzi e.mail  

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