Halloween: ma chi lo festeggia?
A tu per tu - Mattias Mainiero risponde a Franco Petraglia
Le origini di Halloween risalgono agli antichi druidi (sacerdoti) celti che, alla vigilia del nuovo anno, il 31 ottobre, celebravano in onore di Samhain, il principe della morte, per ringraziarlo per i raccolti estivi. È evidente l'origine pagana della festa. In queste celebrazioni appaiono scheletri, simboli della morte, del diavolo e di altri personaggi maligni. Questa mentalità esoterica non offre alcun valore culturale e spirituale ai nostri giovani. Halloween è soltanto un colossale business. Una festa della superstizione e dell'ignoranza. Franco Petraglia Cervinara (Avellino) Ma quale Halloween. Ogni anno, di questi tempi, in redazione arrivano lettere contro la festa delle zucche e dei fantasmi: non è cristiana, non ci appartiene. Pare che il 31 ottobre debba succedere chissà cosa, gente in piazza, bambini mascherati dappertutto, famiglie mobilitate. L'anno scorso il 31 ottobre ero a casa. Alla mia porta, per il poco tradizionale (per noi poco tradizionale) “dolcetto o scherzetto”, bussarono solo tre ragazzini. Venivano dal piano di sotto, andarono anche al piano di sopra e tornarono a casa loro. Un micro Halloween con micro giro in ascensore. Prosieguo della serata in assoluta tranquillità, mancanza totale di scampanellii. Negli Stati Uniti e in Inghilterra, Halloween è cosa seria, c'è partecipazione di massa, le feste si organizzano per tempo, si preparano vestiti e dolcetti anche con settimane di anticipo. E poi si va in strada, porta per porta. Immagini in Italia. Il gruppetto di bambini, nel popoloso quartiere di Roma, si ferma dinanzi al portone del megacondominio. Bussa al citofono: scherzetto o dolcetto. Se un vaffa non li gela e per magia il portone si apre, ci vorranno due o tre chilometri di gradini (non sempre gli ascensori funzionano) per raggiungere la porta blindata di un signore che per paura di una rapina si guarderà bene dall'aprire. «In casa non c'è nessuno», urlerà, senza aggiungere che è assente anche il signore che urla. Nuova porta e avventura simile e poi altri due o tre chilometri di gradini. Immagino che a Napoli, bassi esclusi, la storia non sarà molto differente, anche se il vaffa è in partenopeo. Lasci stare, caro Petraglia: Halloween non ci appartiene e difficilmente ci apparterrà in futuro. Più probabile che il 31 ottobre, alla nostra porta, bussi qualche zingara per chiederci l'elemosina e svaligiarci l'appartamento. [email protected]