Il "patto della staffetta" tra Minzo e Mimun per spartirsi il Tg5
Clemente in sella fino alle politiche, poi Augusto (rivolta dei giornalisti del Biscione permettendo...)
La notizia dell'imminente arrivo dell'ex direttorissimo, Augusto Minzolini, al Tg5 ha innescato la rivolta dei giornalisti Mediaset. Ma anche dei dirigenti, rabbiosi per il piano di tagli (e di non assunzioni) che ha dovuto subìre l'azienda e che, per usare un eufemismo, non vedono di buon l'occhio l'arrivo - a caro prezzo - del Minzo al Tg5. Gli ultimi aggiornamenti della "rivolta" quotano anche un possibile sciopero aziendale, un'extrema-ratio che i vertici del Biscione vogliono evitare come la peste. Ma la vicenda si arricchisce di un particolare interessante, rilanciato ancora da Dagospia, che ieri, giovedì 20 settembre, aveva dato in pasto al web il "rumor" dell'alazata di scudi contro l'arrivo dell'Augusto. Secondo Dago si tratta del "patto della staffetta": in soldoni, un accordo tra l'attuale direttore e il possibile prossimo direttore del Tg5 (rispettivamente Clemente Mimun e Minzolini) per avvicendarsi sulla poltrona del più importante dei tiggì Mediaset. Il "patto della staffetta" - Certo, l'accordo non sarebbe ancora chiuso e nemmeno così chiaro, ma gli angoli più appuntiti sarebbero stati smussati. Il punto è che già lo scorso agosto - lo zampino, inutile sottolinearlo, era quello di Dago - si parlò dell'imminente passaggio del Minzo, detronizzato dal Tg1 causa scanadlo carte di credito, al Biscione, nel dettagio alla conduzione di Matrix al posto di Alessio Vinci, in "pole" per condurre il maxi-contenitore della domenica pomeriggio. Ma non era tutto, perché l'ex direttorissimo, nei piani del Biscione, dopo Matrix sarebbe passato al Tg5, in casa Mimun, insomma, che però non si mostrò affatto contento. Quindi il rebus venne risolto così: Clemente resta al comando fino al voto delle politiche (e dopo le urne potrebbe trovare spazio in Parlamento), mentre dopo il voto il Tg5 andrà a Minzolini (rivolte dei giornalisti permettendo).