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Facebook, class action contro il social network

Contro il social network subito una class action degli azionisti

Dopo il crollo in Borsa l'azione legale degli azionisti: "Nascoste informazioni rilevanti"

Andrea Tempestini
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Tre studi legali Usa hanno depositato delle class action contro Facebook per conto di alcuni investitori, che accusano la compagnia e i sottoscrittori del suo collocamento in borsa di aver nascosto loro informazioni rilevanti. L'Ipo da 16 miliardi di dollari del popolare social network si è infatti rivelata un flop, con una prima seduta chiusa faticosamente in pareggio e perdite pari all'11% solo nel secondo giorno di contrattazioni.  Crollo in Borsa - Nei primi tre giorni di contrattazioni il titolo ha registrato una perdita complessiva del 18%, suscitando numerose perplessità sulle dinamiche del secondo collocamento della storia di Wall Street. A innescare le azioni legali, depositate presso la Corte Federale di Manhattan, è il sospetto che i grandi investitori istituzionali avessero ricevuto analisi privilegiate riguardo al ridimensionamento degli obiettivi di bilancio di Facebook, spingendoli a vendere, lasciando il cerino in mano ai piccoli investitori.    Informazioni segrete - Nel mirino è soprattutto Morgan Stanley che, secondo fonti finanziarie, avrebbe avuto il controllo esclusivo delle operazioni tenendo fuori gli altri 22 soggetti che avevano sottoscritto l'Ipo, non diffondendo le necessarie informazioni. Secondo la ricostruzione del 'New York Times', i dirigenti di Facebook alla vigilia del collocamento avevano comunicato in una conference call con gli analisti che gli introiti della pubblicità legata alla telefonia cellulare avrebbero deluso le aspettative, costringendo la compagnia a rivedere al ribasso del 5% le stime sul fatturato del secondo trimestre.

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