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Pdl, Berlusconi convoca vertice d'urgenza

Polverini e Berlusconi

Andrea Tempestini
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La situazione è drammatica. Tanto grave da costringere Silvio Berlusconi a convocare un nuovo vertice a Palazzo Grazioli con tutto lo stato maggiore del partito: il partito, questo è quanto è emerso, fa quadrato attorno alla Polverini. Al centro dell'attenzione lo scandalo della gestione dei fondi pubblici in Lazio: a via del Plebiscito si sono recati coordinatori e capigruppo degli azzurri, oltre al segretario Angelino Alfano. Intanto la scandalo ha mietuto un'altra vittima (dopo Franco Fiorito, "er Batman", che ha parlato nel corso dell'interrogatorio): il capogruppo del Pdl in Regione, Francesco Battistoni, ha annunciato le sua "dimissioni irrevocabili", arrivate dopo aver trascorso alcune ore nella sede del partito, in via dell'Umiltà.  Polverini: "Dimissioni? Vediamo domani" - Continua invece il giallo sulla presidente della Regione, Renata Polverini, prima data a un passo dalle dimissioni, poi smentite. Ma l'ex sindacalista avrebbe le idee chiare: per il passo indietro (e l'abbraccio all'Udc) è solo questione di ore. In mattinata la Polverini ha dichiarato: "Sulle dimissioni qualcuno parla al posto mio. Domani c'è un Consiglio, che è la sede istituzionale, e poi vediamo". E ancora: "Io non chiedo la testa di nessuno, faccio il presidente di Regione e agisco nel rispetto delle mie prerogative", ma "il Pdl è un partito che sostiene la mia maggioranza e ci ha messo nei guai attraverso persone che si sono rivelate poco perbene". Il Pdl fa quadrato - Al termine del vertice del Pdl, Gasparri ha spiegato: "Tutti siamo convinti che la Polverini non si debba dimettere. Mi auguro che non lasci e continui il suo lavoro". Il partito, insomma, fa quadrato attorno alla presidente della Regione, e le chiede di non lasciare. Anche il Cavaliere è schierato con Renata, convinto che un suo passo indietro possa vere gravissime ripercussioni elettorali e politiche, per esempio in lombardia. Gasparri, a chi gli chiedeva se anche Berlusconi fosse convinto che la governatrice non debba fare alcun passo indietro, ha risposto secco: "Siamo tutti convinti". Da Francesco Storace a Fabrizio Cicchitto, piena solidarietà per la Polverini. "Se noi domani facciamo il nostro dovere di approvare la manovra di tagli da lei proposta, non vedo perchè la presidente Polverini dovrebbe dimettersi". E' quanto afferma il leader de La Destra Storace, interpellato sul futuro della governatrice e della giunta regionale del Lazio. "E' stata una brutta vicenda ma credo che la risposta data con una taglio di 22 milioni di euro in cinque giorni sia imponente, e nessun altra regione ha fatto tanto". Per quanto riguarda il capogruppo del Pdl alla Camera Cicchitto: "La Polverini deve escludere qualunque dimissione e restare alla guida della Regione Lazio per cambiare le cose, dalla ripartizione delle risorse e anche alcuni uomini".  Angelo Miele, consigliere regionale della Lista Polverini esprime tutto il suo sostegno per la governatrice e afferma: “Insieme alla Presidente Polverini, da oltre due anni, abbiamo dato vita ad una stagione amministrativa nuova, importante e con grandi obiettivi. Non possiamo   permettere che questi lunghi mesi di lavoro vengano vanificati da ombre e sospetti che non riguardano in alcun modo la nostra azione amministrativa". Miele ha poi aggiunto: "La stessa Presidente sa di poter contare su un gruppo compatto e coeso, pronto a sostenerla in ogni momento. C'è ancora molto da   fare: abbiamo posto le basi di un cambiamento radicale rispetto al   passato e presto tutti i cittadini potranno rendersene conto. Per cui, Presidente Polverini, continuiamo insieme sulla strada intrapresa per   il rinnovamento di questa Regione”. "Gestione dei fondi caotica" - Lo scandalo s'ingrossa: al vaglio della procura, che ha torchiato Franco Fiorito ("Er Batman") per oltre sette ore, ci sono anche le posizioni di circa dieci persone, consiglieri regionali del Pdl, chiamati in causa proprio dell'ex capogruppo, indagato per peculato in relazione alla gestione dei fondi del Popolo della Libertà. Gli inquirenti stanno ora cercando confeme alle dichiarazioni di Fiorito mentre, in parallelo, gli investigatori del nucleo valutario della Guardia di Finanza si sono recati nella sede del Consiglio regionale del Lazio, alla Pisana, per ascoltare alcune persone, sempre in cerca di riscontri. Per il momento, i pm parlano di una "gestione caotica" dei fondi ai quali si poteva "accedere con estrema facilità, anche solo con una telefonata". Alfano convoca i capigruppo - Nel frattempo si è mosso anche Angelino Alfano, che ha tuonato: "Mai più quello che è accaduto nel Lazio". Dopo il caso Fiorito, il segretario fa sentire la sua voce e ha convocato tutti i capigruppo regionali d'Italia del Pdl per fare il punto della situazione. Alfano, si può leggere in un comunicato, vedrà martedì 25 settembre, nella sede nazionale del partito, in via dell'Umiltà, tutti i capigruppo e vicecapigruppo di tutti i Consigli regionali d'Italia.  

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