L'ultima del prof Monti:abbassare le buste paga
Il governo ragiona sull'ipotesi di slegare i salari all'aumento dei prezzi. Così i lavoratori perderebbero fino al 9%
Buste paga più leggere se il professor Monti dovesse decidere di mettere in pratica l'invito dell'ex numero uno della Bce, Jean Claude Trichet, che nel 2008 invitava i governi nazionali a «evitare» di ancorare i salari all'inflazione per il rischio di «innescare una spirale salari-prezzi con ricadute negative sull'occupazione e sulla competitività». Prima il «Corriere», poi altre testate hanno cominciato a ventilare l'ipotesi che il governo italiano si stia muovendo in tale direzione. Monti sa bene che sganciare i salari dagli adeguamenti vorrebbe dire tagliare di colpo una fetta di busta paga. Se non si trovasse il modo di legare le retribuzioni alla produttività lo stipendio di un operaio o di un dipendente pubblico perderebbe tra il 5 e il 9% del suo valore. Da Roma fanno sapere che sul tavolo del presidente del Consiglio non c'è alcun fascicolo che prevede il disancoramento dei salari dall'aumento del costo della vita. C'è però un fascicolo intitolato «produttività». Per la prima settimana di ottobre il premier Monti attende una proposta congiunta sindacati-aziende che miri a invertire il trend del differenziale costo del lavoro-produzione. leggi l'articolo completo di Claudio Antonelli su Libero in edicola oggi, 18 settembre 2012