La Bergamini: "Tutte balle.Per il Cda di Viale Mazzininon ho spinto per nessuno"
L'ex donna del Cav in Rai nega di aver pilotato il voto per favorire il suo uomo
Il caos Rai è concluso. Dopo il brutto spettacolo offerto dalla politica sono arrivate le nomine per il consiglio di amministrazione. Restano però ancora gli echi dello scontro istituzionale della viglia, degli insulti di Fini a Schifani e della clamorosa rottura del senatore del Pdl Paolo Amato. E' sul suo nome, infatti, che si è sviluppato il caso. Il senatore non era d'accordo con i quattro nomi da votare per il Cda di Viale Mazzini poiché era stato tagliato fuori Giampaolo Rossi. E qui entra in campo Deborah Bergamini, l'ex "donna" di Silvio Berlusconi in Rai, che da Viale Mazzini fu sospesa poiché considerata la "quinta colonna" di Mediaset (e lei si sfogò su un blog, celandosi dietro al nome di Cartimandua, la regina dei Celti). Dicevamo, entra in gioco Deborah Bergamini perché quel Giampaolo Rossi escluso dal Pdl tra i papabili per il Cda Rai, il Giampaolo Rossi presidente di Rainet, secondo alcune ricostruzioni di stampa anche il fidanzato della "regina dei celti". Rossi faceva parte della lista degli otto nomi che era stata redatta a via dell'Umiltà nelle scorse settimane, ma poi per il cda Rai si è poi propeso per altri nomi. La guerra contro Verdini - Così la Bergamini, rivelano alcune fonti del Pdl, su tutte le furie, ha cercato di far saltare il piano di nomine degli azzurri: ha chiamato il Senatore Amato, suo concittadino fiorentino, con il quale in Toscana condivide la guerra contro il coordinatore nazionale Denis Verdini. La Bergamini convince Amato, che si presenta in Vigilanza: prima vota Flavia Piccoli Nardelli, la candidata sostenuta da Fli e Idv. Morale, prima fumata nera. Poi si rivota e spunta la scheda bianca: altra fumata nera. Berlusconi va su tutte le furie, e chiede ai dirigenti del Pdl a cosa serve convocare l'ufficio di presidenza del partito e decidere la linea se poi ognuno (leggasi: Amato) fa quello che vuole. E così il "senatore traditore" viene individuato: il mandante del suo gesto, oltre alla Bergamini, è il frondista Beppe Pisanu, che ha in mano un accordo con l'Udc. Quindi esplode il caos istituzionale con lo scambio di battute al vetriolo tra Fini e Schifani. Tutto ciò per due motivi. Il primo, era fallito il "golpe" di Fini, e Gianfranco ha perso la tesa. Il secondo, la Bergamini, secondo i maliziosi, voleva piazzare il suo uomo nel cda della Rai. La smentita della Bergamini - L'onorevole Deborah Bergamini ha però subito smentito: "Leggo oggi su alcuni organi di stampa ricostruzioni, totalmente infondate, che mi chiamano in causa nelle vicende legate ai recenti avvenimenti in seno alla commissione di vigilanza. Si tratta di assolute falsità, che smentisco categoricamente. Mi riservo, a tutela della mia persona, di agire nelle sedi competenti contro coloro che hanno propalato tali falsità alla stampa".