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Al via la corsa per il QuirinaleOtto sui blocchi di partenza

Prodi prova a vestire i panni del padre nobile, Monti tirerà fuori la carta del senatore a vita

Nicoletta Orlandi Posti
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  Sui blocchi di partenza ci sono otto concorrenti. No, non stiamo parlando di una gara delle Olimpiadi, ma della corsa per il Quirinale visto che il settennato di Napolitano sta scadendo. Subito dopo le elezioni il Parlamento sarà chiamato ad eleggere il presidente della Repubblica e nonostante l'esito delle urne sia ancora tutt'altro che scontato agli attenti osservatori non sono sfuggite le tattiche già messe in campo dagli aspiranti al trono per cercare consensi e tessere quelle relazioni necessarie per l'investitura. Uno dei più accreditati, secondo il Giornale, è Mario Monti visto che può vantare una nomina a senatore a vita che assomiglia molto a un credito da riscuotere, a una promessa di successivi incarichi se non venisse riconfermato presidente del Consiglio o numero uno della Commissione europea. Un altro che aspira a salire sul Colle è Pier Ferdinando Casini. Le ultime amministrative gli hanno chiaramente dimostrato che Palazzo Chigi è tutt'altro che espugnabile e allora si consola con il sogno del Quirinale al quale pensa di arrivare mettendo sul tavolo i voti che riuscirà a prendere alle prossime Politiche: è per questo che sta lavorando per un governo di grandi intese coinvolgendo anche Massimo D'Alema, che si è bruciato la candidatura nel 2006 (ma non è detto che rinunci alle sue ambizioni) e perfino l'amico/nemico Silvio Berlusconi.  Casini se la dovrà vedere comunque con un agguerritissimo Romano Prodi che sta tentando, come fa notare Fabrizio De Feo, di "costruirsi un profilo diverso, parallelo e distante dalla politica attiva, tra incarichi in istituzioni internazionali e occasionali lezioni universitarie in Cina e negli Usa. Un cambio di abito per infilarsi nei panni del padre nobile e diventare così digeribile presso aree politiche e culturali a lui ostili". In questi ultimi mesi, potrebbe poi tornare di attualità la campagna dei Radicali datata 1999 "Emma for President". La Bonino non ha mai nascosto le sue aspirazioni: "Io al Quirinale? Mai dire mai nella vita", ha ammesso. Al contrario Giuseppe Pisanu nega: "Io al Colle? Sorridiamoci amichevolmente tutti". Secondo il Giornale, il suo profilo di berlusconiano critico e filomontiano, molto apprezzato a sinistra potrebbe regalargli qualche atout da giocare. Poi c'è Giuliano Amato che provò il brivido dell'illusione nel 2006 e non ha certo rinunciato a farsi incoronare Presidente della Repubblica.  Se è vero, come diceva Andreotti, che per la scalata al Colle, "non c'è alcun metodo da seguire, solo errori da non commettere", allora in pole position c'è Gianni Letta, il grande mediatore, che ha dalla sua la stima di tutti nelle istituzioni.   

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