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Sandro Bondi attacca Libero:"Se il Pdl perde è colpa vostra"

L'ex ministro ci attacca: "Le nostre difficoltà per il vostro linguaggio". Poi si dimette

Andrea Tempestini
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  Il flop del Pdl alle amministrative? E' colpa di Libero. La pensa così l'ex coordinatore azzurro Sandro Bondi (già, ex coordinatore: ha rassegnato le dimissioni al termine di una mattinata convulsa). "Ho letto attentamente l'editoriale del direttore del quotidiano Libero - si era sfogato in precedenza Bondi - e non vi ho trovato una sola ragione seria, motivata e onesta delle cause vere che spiegano le difficoltà del Pdl". La lettera aperta - Maurizio Belpietro, nella lettera aperta inviata ai vertici del partito, invoca le dimissioni di massa. Il direttore sottolinea che dopo la batosta nessuno tra gli azzurri si è preso le sue responsabilità: tutti intenti a chiedere un cambio di nome, le primarie o il ritorno di Silvio Berlusconi, ma nessuno riesce a comprendere che quello che serve al Pdl sono facce nuove. E' necessario fare uscire l'aria viziata dal partito, sottolinea Belpietro, per non consegnare i voti dei moderati ai movimenti di protesta come quelli di Beppe Grillo. "E' colpa di Libero" - Ma per Bondi, evidentemente, queste non sono "ragioni serie". L'ex ministro della Cultura spara: "Anzi, ad essere intellettualmente onesti, una delle ragioni più evidenti delle nostre difficoltà riguarda direttamente la linae, gli argomenti, il linguaggio stesso di quei quotidiano che, come Libero, dichiarano di riconoscersci nell'area di centrodestra". Loro perdono e non hanno idee? Sarebbe colpa nostra. Su Twitter, a stretto giro, è arrivata la replica di Belpietro: "Da quando un giornale detta la linea a un partito? Da quando voi non ne avete una". Le dimissioni - Dopo l'attacco al nostro quotidiano, l'annuncio delle dimissioni. "Dopo aver letto tutto ciò che si è detto anche oggi sul Pdl e sulle persone che, come me, in questi anni hanno avuto responsabilità nella gestione del partito, intendo rassegnare le mie dimissioni da coordinatore", ha annunciato Bondi. "Non perché reputi - ha proseguito di avere delle colpe particolari, anzi sono persuaso di aver svolto il mio impegno con assoluta trasparenza, ma soprattutto per sottrarmi ad attacchi e denigrazioni personali che fanno parte della peggiore politica". Silvio respinge il passo indietro - Le dimissioni di Bondi sono però state respinte dai vertici del Pdl. "Io e Alfano respingiamo le dimissioni", ha spiegato Silvio Berlusconi rispondendo ai giornalisti all'uscita di Palazzo Grazioli, diretto alla volta di Bruxelles per la riunione del Ppe. Incalzato dai cronisti che gli chiedevano se volesse azzerare i vertici del Pdl, il Cavaliere ha tagliato corto: "Ho risposto alla domanda sulle dimissioni di Bondi, non intendo fare altre dichiarazioni". Alfano: "Vogliono avvelenare i pozzi" - Successivamente Alfano è sceso in campo a favore di Bondi e ha risposto alla lettera aperta di Belpietro, spiegando che a suo parere c'è "un tentativo chiaro di delegittimare il Pdl e di farlo apparire come un partito che non c'è. Noi invece ci siamo e siamo in campo. C'è chi vuole avvelenare i pozzi, non siamo scomparsi. Certo - ha aggiunto il segretario - abbiamo  subito una battuta d'arresto ma qualcuno cerca di spacciarla per una scomparsa. Noi siamo in campo, continueremo ad essere in campo. Siamo confortati anche da una serie di analisi come quella del professor D'Alimonte ieri sul Sole24ore. Certo non sta vivendo un momento felice nessun partito" e in più "avevamo sin dall'inizio la consapevolezza di vivere questa campagna elettorale come l'ultima scena, con un film giunto alla conclusione, ovvero come l'ultimo capitolo di una vicenda politica tra ciò che erano le alleanze precedenti e cosa sarebbe potuto succedere poi"-

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