"Cane da guardia, ti ridono dietro". "Malato mentale, macchina spara-palle"
Continua lo scontro ad alto voltaggio tra l'Elefantino e Marco Manetta
Dopo lo scontro in televisione, la battaglia continua sulla carta stampata. I due protagonisti dello scontro titanico sono Giuliano Ferrara, direttore de Il Foglio, e Marco Travaglio, vicedirettore del Fatto Quotidiano. Prima si sono scornati da Enrico Mentana, nella trasmission Bersaglio Mobile, dove bersaglio (dell'Elefantino) è diventato lo stesso Mitraglietta (il "ma che cazzo di conduttore sei?" di Ferrara è già passato alla storia). "Cane da guardia" - Ma torniamo al faccia a faccia con Travaglio. L'attacco di Giuliano arriva in un'intervista a Il Giornale. E, al solito, ci va giù durissimo. La premessa è nota: "Si fa un uso politico della giustizia. Così si costruisce una narrazione della nostra storia patria che è una minchiata" (il riferimento è alla presunta trattativa tra Stato e mafia). E poi via con le mazzate a Marco Manetta: "Gli Ingroia ci propinano queste sciocchezze che i loro cani da guardia, come Travaglio, volgarizzano. Io però non mi faccio mettere l'anello al naso". E ancora: "Questi signori vogliono fare la rivoluzione manettara e poi provano anche a trasferirla sulla carta". La demolizione non è terminata: "Ho posto a Travaglio una domanda elementare", premette Ferrara parlando della cattura di Totò Riina. "Prima è andato in bamba - rimarca l'Elefantino -. Non si capiva se non voleva o non sapeva rispondere". Infine l'ultimo colpo di clava: "Travaglio è un giornalista montanelliano, fra virgolette, di cui a Fucecchio ridono". "Malato" - La risposta del giornalista manettaro? Era già scritta, era andata in stampa ancor prima dell'intervista di Ferrara. Già, perché l'editoriale di Travaglio sul Fatto Quotidiano di oggi, mercoledì 29 agosto, si intitola "Se li conosci li eviti". E tra coloro che "mister manetta" vuole evitare c'è, ovviamente, l'Elefantino. Travaglio sfoggia tutto il suo essere meschino, e via con gli insulti sul Ferrara oversize: "Intanto va apprezzata la perfidia di Mentana, che ha invitato Ferrara a un programma intitolato Bersaglio Mobile", scrive marco. E ancora: "Nessuno meglio di lui (Ferrara, ndr) riassume, con una franchezza che sconfina nella spudoratezza, come ragiona (si fa per dire) il Potere in Italia. E dimostra - prosegue nell'insulto Travaglio -, anche fisiognomicamente, la differenza fra i giornalisti che raccontano fatti e quelli che programmaticamente li ignorano per non disturbare le proprie certezze malate. Infatti si è subito trasformato in una gigantesca macchinetta spara-palle, tipo quelle usate per allenare i tennisti". Che lo scontro continui.