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Favino: "Odio tutti i raccomandati. Il mio futuro? In Formula 1"

Premiato con il Nastro d'Argento, l'attore sarà sul set per il film su Lauda e Hunt

Nicoletta Orlandi Posti
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  Pierfrancesco Favino, l'attore più richiesto del momento, dopo «Angeli e Demoni», è tornato a girare con Ron Howard nel film «Rush» che racconta la storia di James Hunt e Niki Lauda, storici piloti di Formula 1. L'attore romano nel film del regista del «Codice Da Vinci», interpretrà l'ex ferrarista Clay Regazzoni. Al Taormina, per i Nastri d'Argento, è stato premiato come miglior attor protagonista per «Romanzo di una strage»e «Acab». Favino, sta vincendo tutto. Che effetto fa essere riconosciuto come il Miglior attore? «Sono molto felice, orgoglioso di un Nastro che premia due mie interpretazioni così diverse. Quella del poliziotto di «Acab» e dell'anarchico Pinelli in «Romanzo di una strage». Non avrei mai pensato di tornare a Taormina a  distanza di 20 anni  da quando   facevo una spettacolo con l'Accademia». Insomma, se uno ci crede, alla fine i risultati si vedono. Sono i  raccomandati che non sanno fare niente, e  che una volta «sgamati» spariscono. Giusto? «Infatti, non ho mai pensato che per arrivare a fare l'attore professionista ci potesse essere un'altra strada che non  quella dello studio. So di aver avuto anche fortuna , ma prima di raggiungere questa meta  non mi sono mai risparmiato sacrificandomi giorno e notte e solo perché ci credevo». Avrà avuto anche dei buoni maestri? «Sì, mi hanno insegnato a rispettare questo mestiere, che continua solo se lo sai amare. Voglio dedicare questo Nastro d'Argento al mio maestro Mario Ferrero, che oggi ha 90 anni, per ringraziarlo ancora». Ho notato che è giunto in compagnia della sua bellissima moglie e delle sue bambine. «La piccolina è nata da due mesi ed è sempre in viaggio con noi. Credo proprio che i bimbi portino fortuna: quando ho vinto il David stava nascendo, quando mi hanno comunicato di aver vinto il Nastro era tra le mie braccia». Tornando al suo lavoro, con quali registi le piacerebbe lavorare? «In Italia di bravi ce ne sono molti, ma sia con Sorrentino che con Amelio un film lo farei volentieri. Sono un attore dentro, non mi lascio sorprendere da un ruolo che può sembrare impegnativo. Qualsiasi cosa immagino possa accadermi è sempre un bel regalo della vita». Ha mai pensato,in futuro di passare anche dietro la macchina da presa? «Se dovesse succedere sarebbe solo per la curiosità di parlare e raccontare in modo diverso una cosa a cui penso e che mi ha colpito. Spesso non accade così, ognuno ha una visione diversa dei fatti e delle persone che incontra». Tra il film di Ron Howard e tutti gli impegni che ha troverà il tempo per una vacanza? «In questo momento e con questo caldo (più di 40 gradi) sto pensando alla mia famiglia e a me. Qui è tutto bello, ma dobbiamo rientrare a Roma. La vacanza la farò in seguito  e sarà  piena di gioia». di Annamaria Piacentini  

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