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In aula l'avvocato modello rivela: "Mi ha offerto 4 mila euro per fare sesso"

Presente in Tribunale anche Nicole Minetti

Alvise Losi
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Che Ruby avesse ricevuto soldi per prestazioni sessuali è tutto da dimostrare nel processo in corso al Tribunale di Milano. Intanto però un testimone sorprende tutti e dichiara sotto giuramento che la stessa Ruby gli abbia offerto dei soldi, e parecchi, per fare sesso. Quattromila euro per la precisione. Il testimone è Antonio Passaro, iscritto all'ordine degli avvocati e anche modello ed ex ballerino (Manuel il suo nome d'arte), che ha detto di aver "ospitato Ruby per due notti a casa mia". In quell'occasione Karima El Mahroug (vero nome di Ruby) gli avrebbe "offerto 4 mila euro per fare sesso con lei". Una situazione imbarazzante. E c'è da capire dove avesse trovato i soldi la giovane marocchina. Ma "io ho rifiutato", assicura ora Passaro, interrogato durante il processo Ruby-bis, che vede imputati Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti, unica presente in aula, per sfruttamento della prostituzione. Passaro, 33 anni, ha conosciuto Ruby nel novembre 2009 in un locale notturno di Milano. Ma tiene a precisare che "non era credibile quello che diceva Ruby". E poi aggiunge: "Sono appassionato di film romantici e qui non vedevo nulla di romantico". Maggiorenne - Passaro ha detto di non aver saputo che Ruby fosse minorenne e di averlo scoperto solo dopo il clamore mediatico nato intorno al caso, anche se in alcune intercettazioni del settembre 2010 sembrerebbe esserne già a conoscenza. "Si è presentata - dice in aula - come una danzatrice del ventre originaria di Alessandria d'Egitto. Ha detto di avere 24 o 26 anni, mostrandomi anche la fotocopia di un documento. Non dimostrava meno di 20 anni". Il pubblico ministero ha ribattuto che il caso scoppiò solo il 26 ottobre successivo e, dopo l'insistenza di Passaro, il pm ha detto che "faremo le nostre considerazioni" sulle dichiarazioni rese dal testimone in aula, che ha anche dichiarato di non aver mai conosciuto Nicole Minetti. Fadil: "Soldi per testimonianza reticente" - Poi la testimonianza di Imane Fadil, a cui avrebbero offerto dei soldi in cambio di una testimonianza reticente in aula. Nel dettaglio la somma gli sarebbe stata offerta dal siriano Saed Ghanaymi. La Fadil ha ricostruito l'incontro con questo personaggio, che si sarebbe vantato di essere amico dell'ex premier, Silvio Berlusconi. L'intermediario era già spuntato nell'altro processo, quello a carico del Cavaliere: il siriano, presentato da un avvocato alla testimone, e identificato attraverso un complesso lavoro sulla scheda sim del cellulare regalato a Fadil, l'avrebbe più volte contattata per farla andare nella villa di Berlusconi. Nella primavera 2011 il siriano avrebbe detto alla ragazza "che dovevo andare a un incontro ad Arcore per prendere dei soldi". Denaro che, a una specifica domanda del giudice, sarebbe servito spiega Fadil  per fornire in aula una testimonianza "reticente". Alla domanda se il siriano, però, fosse 'spintò da qualcuno ad invitarla a quelle cene, la testimone replica: "Me lo fece capire, non me lo disse. Mi disse che era amico di Silvio Berlusconi, che andava a cena da lui". Una versione dei fatti tutta da verificare e che potrebbe essere smentita o confermata dalla diretta voce del siriano che il pm Antonio Sangermano ha chiesto di poter sentire in aula, nelle prossime udienze. "Minetti, lap dance nuda" - Nella sua testimonianza, infine, Ambra Battilana - una delle ragazze che si è costituita parte civile al processo a carico della stessa consigliera regionale, di Emilio Fede e di Lele Mora -, rispondendo ai magistrati ha dichiarato di aver visto "Nicole Minetti fare la lap dance nuda con le scarpe coi diamantini argentati". La giovane, ex miss Piemonte, ha raccontato cosa vide in una sera dell'agosto 2010, quando partecipò a una cena ad Arcore nella residenza del Cavaliere: "A un certo punto Berlusconi ci chiese se eravamo pronte a fare il bunga bunga. Chiara (Danese, l'amica di Ambra, anch'essa parte civile, ndr) si era sentita male poco prima e Fede le aveva preparato un tè ed era rimasto solo con lei. Il suo malessere nasceva dal fatto che non era stata una cena normale. Con Berlusconi facemmo un giretto delle sale, c'era questa sala molto grande, coi palloncini con la scritta "viva Silvio". Mentre facevamo il giro della villa, Berlusconi ci dava dei colpi sul sedere per farci andare più velocì".

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