Monti chiude pure gli ombrelloniSpiagge e bagnini contro l'Europa
La protesta degli stabilimenti contro le concessioni demaniali volute dalla Ue e accordate da Monti. Poi "spritz" gratis per tutti
Niente ombrelloni questa mattina sulle spiagge italiane. E' la rivolta degli stabilimenti contro l'Europa e contro Mario Monti (non partecipano soltanto Rimini e Forte dei Marmi). E' lo "sciopero degli ombrelloni", la protesta contro le aste delle concessioni demaniali sulle spiagge previste da una normativa comunitaria a partire dal 2016, accordata dal governo. La singolare protesta è stata indetta dal Sib, il Sindacato italiano balneari. "Vogliamo dare un segnale forte al Governo - ha spiegato il presidente del Sib, Riccardo Borgo - perché metta in atto qui provvedimenti a salvaguardia delle 30mila attuali aziende e degli oltre 600mila lavoratori del settore. Seguiranno certamente altri provvedimenti", ha spiegato. La battaglia ci sarà, ma non durissima: oggi, venerdì 3 agosto, gli ombrelloni restano sì chiusi, ma soltanto fino alle 11 del mattino. "Aperitivo per tutti" - Borgo continua: "Lo scorso febbraio si era riunito il tavolo tecnico che avrebbe dovuto studiare una soluzione al problema, ma oggi è tutto fermo. Noi siamo i soli ad affrontare questa battaglia". Il presidente del sindacato degli ombrelloni spiega poi che "stamattina sulle spiagge si vivrà una giornata particolare, anche perché in moltissime località abbiamo previsto di alleviare i disagi del solleone organizzando diverse manifestazioni. Leggendo il depliant con i motivi della nostra protesta - ha proseguito - i nostri clienti potranno consumare gratuitamente la colazione, gustare fette di cocomero, melone e frutta fresca, o magari pizza o focaccia calda. Anche l'aperitivo o il caffè sarà offerto dagli imprenditori balneari insieme a giochi di animazione, concorsi di bellezza o di forza. C'è chi ha in programma perfino una mini-Olimpiade sulla sabbia...". La crisi arriva in spiaggia - Gli stabilimenti protestano e offrono cibi e divertimenti ai turisti, nonostante la crisi economica che morde anche le spiagge. Il calo delle presenze negli stabilimenti balneari a giugno e fine luglio, rispetto al medesimo periodo dello scorso anni (in tutte le 15 regioni bagnate dal mare) va dal 5 fino al 40 per cento. Questi i dati snocciolati dal Sib, che associa circa 10mila imprese. "Il mese di giugno è stato caratterizzato un pò dappertutto - continua Borgo - da avverse condizioni atmosferiche con temperature quasi autunnali che hanno sconsigliato i turisti a scendere in spiaggia, ma anche il gran caldo di luglio non ha consentito un recupero rispetto al 2011 che, peraltro, non era stato paricolarmente favorevole a causa di condizioni metereologiche del tutto inusuali".