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Centomila euro per far atterrare D'Alemanell'aeroporto fantasma di Comiso

D'Alema scende dall'airbus atterrato a Comiso

Lo scalo fu inaugurato dall'ex ministro degli Esteri nel 2007, ma da allora nessun altro volo vi è transitato

Nicoletta Orlandi Posti
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  Quarantasei milioni spesi per l'aeroporto fantasma di Comiso e solo un velivolo vi ha atterrato: quello di Massimo D'Alema, nel 2007. Adesso la Finanza, con un blitz negli uffici del Comune, ha sequestrato carte e documenti con lo scopo, precisa il comandante delle Fiamme Gialle di Ragusa alla Stampa, "di spronare per arrivare all'apertura dello scalo". E sì, perchè non si capisce proprio perchè non è ancora entrata in attività la pista lunga 2460 metri completamente asfaltata, dotata di sistema di atterraggio strumentale sorta sulle macerie della base americana dei missili Cruise anti-Unione societica e frontiera avanzata del pacifismo Anni 80. Inaugurazione frettolosa - D'Alema era stato il primo tifoso di quello scalo quando, all'epoca premier, lo offrì come contropartita ai comisani per l'accoglienza di migliaia di profughi dal Kosovo. Lo volle inaugurare nonostante l'aerostazione non fosse ultimata: solo quattro anni dopo venne completata la grande opera con le torri di controllo. Su questo vogliono vederci chiaro gli uomini della Finanza. E anche sui soldi spesi per il "frettoloso" taglio del nastro quel 30 aprile 2007 quando l'Airbus con a bordo l'allora ministro degli Esteri atterrò in quello scalo che sulla carta doveva veder transitare ogni giorno 500 mila passeggeri. Che però in questi anni nessuno ha visto. La Stampa sospetta che ci sia una partita contraria all'apertura, magari per evitare concorrenti sul mercato siciliano, dove la Sa, che gestisce lo sclao catanese di Fontanarossa, è scoia della Soaco che dovrà gestire Comiso. Saranno le Fiamme Gialle a chiarire la questione anche alla luce di una intervista rilasciata dal presidente dell'Enae Vito Riggio nella quale afferma che "il Comune di Cosimo si è voluto auto nominare concessionario e così l'aeroporto viene equiparato a scalo privato". Motivo per cui lo Stato non intenderebbe assumere i costi degli stipendi dei controllori di volo, in parte coperti dalla Regione.  

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