Brindisi, un uomo minacciò la scuolaun mese prima dell'attentato
Provò a fare irruzione nell'istituto, fu respinto e tuonò: "Ve la farò pagare". Spunta un nuovo video
Una nuova pista per la strage di Brindisi: la scuola Morvillo-Falcone, il 28 aprile scorso, ha ricevuto una minaccia da un uomo ancora senza nome i cui tratti somatici sarebbero compaticibili con l'attentatore di sabato. "Ve la farò pagare", aveva tuonato l'uomo, che nel giorno della minaccia voleva entrare dentro la scuola e parle col preside, ma è stato allontanato. Quindi la minaccia, scandita ad alta voce alla presenza di molti testimoni. Gli ex insegnanti - L'episodio è tutto da verificare, ma nel contesto di indagini così difficili, un'inchiesta ora bloccata, è uno spiraglio, una pista da seguire. Al vaglio degli inquirenti, in particolare, ci sarebbero le posizioni di alcuni ex insegnanti di materie tecniche della scuola che frequentava Melissa Bassi, la 16enne vittima dell'attentato. Secondo gli investigatori, inoltre, qualcuno dentro la scuola sa qualcosa che ancora non ha detto, forse - ipotizzano - per "non compromettere il buon nome dell'istituto". L'episodio della minaccia infatti non era stato raccontato dal personale della scuola, ma è stato scoperto dagli inquirenti attraverso altre strade. La mano del crimine - Vi è poi una seconda pista: riprende piede la possibilità che dietro l'orribile bomba ci sia la mano delle cosche. Nei giorni scorsi è stato infatti ascoltato il padre di Selene, una delle studentesse ferite e che si trova ancora in ospedale. L'uomo si chiama Vincenzo Greco e il primo luglio del 2010 fu gravemente ferito in un agguato. Suo fratello, Antonio, è diventato collaboratore di giustizia: i due fatti potrebbero essere collegati. E l'attentato potrebbe essere una vendetta contro la famiglia del pentito. Greco, però, dice di non credere affatto a questa ipotesi. Un nuovo video - Il preside dell'Istituto Professionale 'Morvillo Falcone', Angelo Rampino, parlando con alcuni cronisti ha reso noto che "ci sono altre immagini, riprese da altre telecamere nel quartiere" e sarebbero attinenti all'orario in cui sabato è stato fatto scoppiare l'ordigno che ha causato la morte di Melissa Bassi e il ferimento di altre cinque studentesse. “Mi sono state mostrate dagli inquirenti le immagini dell'uomo ripreso dalle telecamere di fronte alla scuola. Io non l'ho mai visto prima”. “Sembrava un signore tranquillo e distinto”, aggiunge. Riguardo alla pista interna alla scuola, Rampino, smentendo che ci sia stata una lite avvenuta il 28 aprile tra uno sconosciuto e il personale dell'istituto alla base dell'attentato, magari scatenato da un desiderio di vendetta. Rampino, dice: “Non mi risulta che ci siano state discussioni nè con me nè con personale Ata, docenti o altri collaboratori”. “Ho parlato con loro e nessuno ricorda episodi di questo genere. A distanza di tempo così ravvicinata - sottolinea - ce lo ricorderemmo”. Inoltre il preside, dopo aver sottolineato “che sia le Brigate Rosse che la criminalità si sono dissociate”, si dice convinto “che prima occorre individuare il responsabile”, e in questo senso evidenzia l'importanza di individuare la persona che si nota nel video “e poi risalire alle ragioni. Sono fiducioso nel lavoro delle forze dell'ordine che stanno lavorando bene”, afferma. “Confido che il responsabile verrà trovato”, dice Rampino. “La zona della scuola è monitorata in maniera massiccia. Non dimentichiamoci che da quelle parti c'è il Tribunale. Può darsi che l'attentatore sia stato ripreso da altre telecamere che si trovano sulla via di fuga”, conclude il preside. La lettera delle Br - Una lettera, firmata 'Brigate Rosse, Brigata Gino Liverani Diegò, è stata recapitata alla sede di Ancona dell'agenzia Ansa: nel testo della missiva c'è scritto "Non sono certo gli studenti o i lavoratori i nostri obiettivi", "Nuove le idee, immutati gli obiettivi". La Questura di Ancona e la Digos stanno verificando l'attendibilità della missiva. Comunque già ieri da Milano dove era in corso il processo d'appello ai leder delle Nuove Br, l'ideologo Davanzo aveva detto: “Non siamo terroristi. Non ammazziamo bambini come a Brindisi”. Davanzo, che aveva inneggiato alla lotta armata, mette ora una barriera tra le sue idee e chi ha messo a segno, sabato scorso, l' attentato davanti a una scuola superiore che è costato la vita alla sedicenne Melissa Bassi.