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Ecco l'Italia che non riparteOcse: "Serve nuova manovra"

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Ma il premier Monti smentisce: Con i provvedimenti già presi avremo una crescita già nel 2013"

Nicoletta Orlandi Posti
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  Un'Italia più povera, che non riparte, con consumi e salari ferme, discriminazioni sul lavoro per  donne e giovani e un esercito di 1,8 milioni di scoraggiati, che non ha un impiego e nemmeno lo cerca perchè pensa che non lo troverà mai. Questo il quadro del nostro paese delineato dall'Istat. E che l'economia sia in recessione, viene confermato anche dall'Ocse secondo cui la ripresa resta "modesta". Tornando all'Istat, dal rapporto si evince che giovani e donne sono le categorie più penalizzate. Nel nostro Paese un giovane di età compresa tra i 15 e i 29 anni non studia nè lavora: i cosiddetti Neet sono 2,1 milioni (22,1%) di cui la maggior parte nel Mezzogiorno.   Per le donne, invece, la maternità rappresenta ancora un ostacolo per la carriera lavorativa: a distanza di due anni dalla nascita di un figlio, quasi una madre su quattro che era occupata non ha più un lavoro (22,7%). Sul fronte del lavoro, nel 2011 l'incidenza dei precari sul complesso del lavoro subordinato è al top dal 1993. Sale il numero degli occupati dipendenti a termine, arrivando al 48,4% a fronte del +13,8% registrato per l'occupazione dipendente complessiva. Nel 2011 l'incidenza del lavoro temporaneo sul complesso del lavoro subordinato è pari al 13,4 per cento, il valore più elevato dal 1993; supera il 35 per cento (quasi il doppio del 1993) fra i 18-29enni. Resta intanto fermo a 20 anni fa il salario reale. Complessivamente il potere d'acquisto delle famiglie è sceso di circa il 5% e la percentuale di famiglie che si trovano al di sotto della soglia minima di spesa per consumi si è mantenuta intorno all'11%. Da sottolineare ancora l'enorme divario territoriale: al Nord l'incidenza della povertà è al 4,9 per cento, sale al 23 per cento al Sud.    Serve una nuova manovra - L'Ocse intanto ha certificato che per il Belpaese una ripresa graduale ci sarà solo a partire dal 2013. Il Pil calerà del 1,7% nel 2012 e dello 0,4% nel 2013. Doccia fredda anche sul fronte del lavoro: il tasso di disoccupazione in Italia sfiorerà il 10% nel 2013. Per i nostri conti "potrebbe esserci bisogno di alcuni interventi aggiuntivi" anche se, conclude l'organizzazione parigina, "esiste un margine di sicurezza alla luce della prudente previsione del governo sulle risorse provenienti dalle misure anti-evasione fiscale". Ma Monti dice no - "Non vedo all'orizzonte, nè abbiamo  l'intenzione di procedere, a una nuova manovra", assicura il premier Mario Monti, rispondendo a margine della conferenza stampa a   Palazzo Chigi, ai rilievi mossi dall'Ocse. "Come detto dalla stessa Ocse, dalla Commissione Ue e da tutti, siamo sulla strada per avere con i provvedimenti già presi un leggero avanzo strutturale nel 2013.  Siamo uno dei primi paesi a conseguirlo, prima di altri paesi con   tradizione di rigore superiore", ricorda il presidente del Consiglio.  

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