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Il sobrio Monti compra 400 auto blu

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Maurizio Belpietro

Lucia Esposito
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I tagli alla spesa pubblica del governo Monti sono già una barzelletta. Non solo per la annunciata eliminazione delle Province, che non c'è mai stata e, probabilmente, mai ci sarà. Ma anche per la riduzione delle auto blu, che dopo la cura dei professori invece di diminuire rischiano di aumentare. Ricordate? Appena arrivato a Palazzo Chigi Rigor Montis annunciò una politica improntata alla sobrietà: basta sfarzi e sprechi, via le pellicce, avanti solo con i loden. L'improvvisa politica di continenza avrebbe dovuto avere come primo obiettivo la limitazione delle vetture in uso alla Casta, che oltre ad essere ridotte in quantità avrebbero dovuto ridursi in qualità. Stop alle ammiraglie, annunciò l'esecutivo tecnico: d'ora in poi soltanto utilitarie. Il limite invalicabile fu fissato in 1600 centimetri cubici di cilindrata, motore ritenuto più consono al nuovo stile di vita imposto dall'austerità europea.  Al diffondersi della notizia tutti i giornali commentarono positivamente la decisione del bocconiano, il quale da subito,  per dare l'esempio, decise di lasciare in garage le Bmw e le Audi a disposizione dell'inquilino di Palazzo Chigi per dotarsi di una più contenuta vettura italiana. Fin qui tutto bene. La limitazione della spesa per il parco macchine dello Stato non poteva che essere salutata con favore, visto che nel corso degli anni delle vetture di servizio si era fatto un uso spropositato e improprio. Peccato però che la buona intenzione del governo una volta tradotta in pratica rischia di trasformarsi in un boomerang, perché invece di sostituire le auto di grossa cilindrata con macchine più spartane, la pubblica amministrazione sta provvedendo a tenere le prime comprando le seconde. Sì, avete letto bene. Grazie alle disposizioni del nuovo governo, lo Stato alla fine avrà più auto blu. Il bando per l'acquisto delle prime 400 vetture di cilindrata non superiore ai 1600 centimetri cubici è già stato pubblicato e a breve i funzionari pubblici potranno scorrazzare con macchine nuove di zecca, sebbene più contenute nel motore. Nel frattempo, le auto blu in uso fino al dicembre scorso al posto di essere vendute verranno parcheggiate in garage, pronte per essere tirate a lucido al prossimo giro di valzer governativo.  Insomma, la tanto decantata sobrietà del premier rischia di costarci cara  e senza che sia stato possibile lasciare a piedi nessun dirigente e nessun esponente della Casta, come invece sarebbe auspicabile. Le statistiche, infatti, ci informano che in dotazione a ministeri e uffici pubblici ci sono circa 60 mila vetture, 800 delle quali non sono neppure utilizzate: che bisogno c'è dunque di comprarne altre? Non sarebbe stato meglio stabilire che da 60 mila si sarebbe scesi alla metà? Riducendole il risparmio sarebbe stato assicurato. La storia delle auto blu fa il paio con un'altra che in queste pagine ci viene raccontata da Franco Bechis. Ricordate il taglio agli emolumenti dei parlamentari? Alla fine, dopo tanto penare, gli onorevoli avevano annunciato nel mese di gennaio la diminuzione dello stipendio di ben 1350 euro. L'assegno di deputati e senatori sarebbe rimasto comunque al di sopra della media, però il taglio non era affatto disprezzabile. O per lo meno così ritenevamo. In realtà oggi scopriamo che in busta paga la Casta riceverà effettivamente meno, ma la cifra non erogata verrà accantonata in un apposito fondo in attesa di una decisione sul ricorso presentato da alcuni parlamentari contro il taglio. In sostanza, non tutto è perduto per gli onorevoli ed esiste la concreta possibilità che tra un po' i soldi cui hanno dovuto rinunciare vengano loro restituiti con le scuse e gli interessi. Il che, dopo tante promesse, sarebbe un'autentica beffa. Soprattutto perché a organizzarla sono gli stessi signori che chiedono agli italiani di assoggettarsi alla sobrietà.        

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