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Per salvare Spagna e Greciapotremmo pagare 1.400 € a testa

Andrea Tempestini
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La fiducia dei mercati per il piano di salvataggio di Spagna e Grecia si è dimostrata effimera: l'euforia è durata soltanto qualche ora. A Milano, in particolare, la pioggia di vendite si è concentrata sul comparto bancario, dove si è registrata una raffica di sospensioni per eccesso di ribasso. Sui mercati hanno pesato come macigni le aperture sulla Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie. Anche il questo caso c'è lo zampino suicida di Angela Merkel: il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, ha spiegato che Berlino "sostiene complessivamente" la proposta della Commissione euorpea sulla Tobin Tax. Potremmo pagare 1.400 euro a testa - In questo contesto, appena archiviata la prima tranche di aiuti in favore della Spagna e dopo la montagna di soldi sprecati per cercare di rilanciare la Grecia, si comincia a riflettere sull'opportunità di far salire fino a 100 miliardi gli aiuti in favore di Madrid. L'Italia, a oggi, ha già dovuto pagare - nonostante le nostre difficoltà - la bellezza di 48 miliardi di euro per cercare di sorreggere i Paesi in difficoltà (pari a circa mille euro per cittadino). Alla nuova maxi-tranche, il Belpaese dovrebbe contribuire con altri 19 miliardi, ossia con circa 400 euro per cittadino: per salvare gli altri Paesi, l'Italia in difficoltà arriverebbe a chiedere 1.400 euro ad ogni suo contribuente.  Tensione sullo spread - Cifre insostenibili per un Paese nel mirino dei mercati. Secondo diversi analisti, il crollo in Borsa di oggi, lunedì 11 giugno, potrebbe essere dovuto ai timori che, ora, tocchi a noi: dopo la Spagna il Paese che deve essere aiutato, pena il crac, potrebbe proprio essere l'Italia. Le tensioni hanno avuto ripercussioni sui titoli di Stato: lo spread tra Bund e Btp a dieci anni, dopo la picchiata in apertura (era sceso di 22 punti pase sulla chiusura di venerdì, fino a 422 punti), è risalito fino a quota 465 (con un rendimento delle cedole pari al 5,97 per cento). Giornata sull'altalena per lo spread fra Bund e BTp a 10 anni che dopo essere bruscamente sceso in apertura fino a 422 punti (-22 sulla chiusura di venerdì) è risalito a quota 465 punti, valore che ha riportato il rendimento dei nostri titoli al 5,97%. Stesso andamento anche per i Bonos spagnoli con uno spread sceso prima a 467 punti e ora tornato sopra quota 500: il valore attuale di 508 punti ha riportato il rendimento dei titoli a 10 anni al 6,41 per cento.

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