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Squinzi: "Fisco, sulle impreseuna zavorra intollerabile"

Il neo-presidente di Confindustria contro le tasse di Monti

Il primo discorso ufficiale: "Lo Stato faccia dei sacrifici, proprio come li chiede a famiglie e ad aziende"

Andrea Tempestini
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Il neo-presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, nel suo primo discorso uffciale picchia duro contro Mario Monti, spiegando che sulle imprese gravano "zavorre intollerabili". Nel mirino dell'erede di Emma Marcegaglia c'è il fisco, ma anche una burocrazia che "per i soli adempimenti ci costa 45 miliardi in più rispetto ai migliori esempi nel resto d'Europa" e il costo dell'energia elettrica, più alto in media del 30% rispetto agli altri paesi europei: colpa delle tasse. "Difficile fare impresa" - "Fare l'imprenditore in Italia - spiega il leader di Viale dell'Astronomia - non è mai stato un mestiere facile. Oggi è diventata una sfida temeraria. La bassa crescita dell'Italia è determinata soprattutto dalla difficoltà di fare impresa". Quindi una battuta sulle politiche del governo Monti: "Se la riforma delle pensioni è stata severa, ma necessaria, la riforma del mercato del lavoro appare meno utile alla competitività del Paese e delle imprese di quanto avremmo voluto". "Lo Stato faccia dei sacrifici" - Tra gli applausi, in una platea piena di volti noti (tra gli altri Gianfranco Fini e Renato Schifani, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, i ministri Corrado Passera e Filippo Patroni Griffi, Vittorio Grilli, il vicepresidente della Commissione Europea, Antonio Tajani, oltre al presidente uscente di Confindustria, Emma Marcegaglia), Squinzi ha rivolto il suo appello alle istituzioni: "Gli italiani stanno sopportando grandi sacrifici e non capiscono perché l'azienda Stato non pssa risparmiare", proprio come sono costrette a fare imprese e famiglie.  "Senso di sgomento" - Per il presidente di Confindustria il quadro economico nel Belpaese è allarmante: "L'emorragia si misura con le decine di migliaia di imprese che non sono sopravvissute alla crisi - ha sottolineato Squinzi -, si misura con gli oltre due milioni e cinquecento mila persone che non trovano lavoro, con il senso di sgomento che attraversa il Paese". Infine una battuta sulle nuove generazioni: "Se non apriamo ai giovani nuove possibilità di occupazione e di vita dignitosa, nuove opportunità di affermazione sociale, la parità del futuro è persa non solo per loro, ma per tutti, per l'Italia".

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