La Merkel adesso è circondata:tutti vogliono gli eurobond
Francia, Spagna, Italia e Barroso invocano le cedole comunitarie. E pure l'Ocse
Come già nelle due guerre mondiali, di nuovo una Germania in sbornia egemonica verso l'Europa sta per venire ricondotta a più miti consigli dalla generale coalizione contro di sé che ha provocato. Ma stavolta sta avvenendo in modo incruento, e poi anche la Borsa tedesca ha approfittato del clima di euforia generale per il possibile arrivo degli eurobond. È questa, infatti, la grande aspettativa per il vertice «informale» convocato a Bruxelles dal presidente europeo Van Rompuy. Il neo-presidente francese Hollande, vincitore di un Sarkozy la cui colpa principale agli occhi dell'elettorato è stata proprio quella di associarsi troppo alla cancelliera, dopo aver messo la crescita al centro della propria campagna elettorale farà alla Merkel due richieste pesanti: che si possano emettere eurobond, titoli di debito garantiti da tutti i 17 Paesi della zona euro; e che il Meccanismo Europeo di Stabilità possa ricapitalizzare le banche della regione. Hollande è socialista, ma i «destri» primo ministro spagnolo Rajoy e presidente della Commissione Barroso lo appoggeranno, come pure il tecnico presidente del Consiglio italiano Monti. Anzi, è proprio Barroso che sul tema sta insistendo da mesi. «Non bisogna avere più tabù», è ormai l'invito dello stesso Van Rompuy. «È ora di riflettere su cambi più fondamentali. Per molti aspetti, la prospettiva di un avanzamento verso un sistema più integrato aumenterebbe la fiducia nell'euro e nell'economia europea». Ma al pressing si aggiunge anche Obama. «Le banche europee devono essere ricapitalizzate in modo che gli investitori riguadagnino fiducia e si deve garantire che la strategia per la crescita vada di pari passo con la disciplina fiscale». «Le prospettive dell'economia globale sono un po' più luminose di sei mesi fa» osserva l'Economic Outlook appena diffuso dall'Ocse. Ma c'è il rischio di un «circolo vizioso con un alto e crescente indebitamento sovrano, sistemi bancari deboli, eccessivo consolidamento fiscale e bassa crescita». Bisogna dunque «trovare un equilibrio tra tagli di spesa e aumento delle entrate», anche attraverso un «miglior utilizzo» del bilancio della Banca centrale europea. E l'Ocse propone dunque a sua volta gli eurobond. Certo, ammette il ministro dell'Economia di Hollande, Moscovici, non è che la Francia potrà imporre l'emissione di eurobond a soci riottosi. E nel loro vertice bilaterale il viceministro delle Finanze tedesco Steffen Kampeter gli ha ribadito l'idea teutonica degli eurobond come «cattivo rimedio in un cattivi momento e con cattivi effetti secondari». Non ultimo di questi cattivi effetti secondari, il definitivo crollo elettorale del governo, all'idea dei contribuenti che gli eurobond usino la prosperità tedesca per garantire i debiti dei partner. Ma anche se il Continente collassa, per i tedeschi le cose si mettono male. E per lo meno sul tema della ricapitalizzazione la Merkel starebbe iniziando a cedere. Attualmente il mezzo miliardo di euro del Meccanismo può essere utilizzato per le banche nazionali solo dopo essere stato prestato ai governi, ma aumentando così il loro debito sovrano. Tra le proposte sul tavolo ci sono poi l'aumento dei fondi della Banca Europea di Investimento e dei project bonds. Su questi ultimi, volti a finanziare le grandi opere infrastrutturali, c'è un accordo di principio tra Parlamento e Consiglio Europeo. «Siamo a un punto di svolta nella crisi del debito», ha detto il commissario agli Affari economici Olli Rehn nel presentare il vertice alla plenaria del Parlamento. «La crescita è impossibile finché il debito non sarà sostenibile». di Maurizio Stefanini