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Obama affossato da Pil e Michelle

Michelle e il marito Barack Obama

Il presidente Usa sempre più in difficoltà: l'economia cresce meno del previsto e solo un americano su tre si fida di lui. Se ci si mette anche la moglie spendacciona...

Giulio Bucchi
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Piove sul bagnato sul governo Obama. Il PIL del primo trimestre 2012 negli Stati Uniti è cresciuto solo del 2,2%, in forte calo sul 3% del quarto trimestre 2011, deludendo le attese degli economisti che andavano dal 2,7% al 3,2%. Quindi l'economia non sta per niente riprendendo, come cerca di far credere il presidente, al massimo vivacchia asfittica come mostra il tasso di disoccupazione sempre oltre l'8%. Nessun presidente è stato rieletto con un livello di senza lavoro oltre il 7,2%, e quindi Obama ha solo sei mesi di tempo per rientrare, per lo meno statisticamente, in una zona non a rischio. La gente continua a mettere l'economia al primo posto delle preoccupazioni nazionali, e infatti l'ultimo sondaggio del Pew Research, ente bipartisan di analisi sociali, ha rilevato che la popolarità del governo federale, presidenza e congresso, non è mai stata così bassa da 15 anni a questa parte. Il Palazzo di Washington è visto favorevolmente dal 33% dei cittadini oggi, solo uno su tre, mentre nel 2002, quando c'era George W. Bush, il dato era quasi doppio, al 64%.  Una notizia confortante è uscita però dalla Casa Bianca ieri. Se Barack non dovesse farcela, bocciato dal voto a novembre, il paese non correrà il rischio di avere un altro Obama, almeno a breve. La moglie Michelle, in vena di confidenze ad un evento pubblico con alcuni bambini che le potevano fare qualche domanda, ha risposto "assolutamente no" a chi le aveva chiesto se, in futuro, potrà mai decidere di correre per la presidenza, come ha fatto Hillary dopo Bill Clinton. In realtà ha poi mitigato un po' la negazione forte, aggiungendo che "ci sono altre cose che mi interessano che non l'essere presidente. Quindi probabilmente (probably) non correrò". Quel "probabilmente" fa in realtà ancora un po' paura, ma intanto la prima First Lady di colore sta accumulando critiche tali per il gusto del lusso che ha mostrato nel primo mandato da renderla altamente vulnerabile, come First Spender, Prima Spendacciona (dei soldi altrui) se dovesse davvero ripensarci. Si sa che è spesso in giro per vacanze, e l'ultima tegola su di lei è un rapporto dettagliato di quanto è costato alle casse pubbliche il viaggio in Spagna del 2010. Lo ha steso il gruppo filoconservatore Judicial Watch, che sulla base di documenti avuti dal Servizio Segreto Usa e dall'aviazione americana ha calcolato il costo della vacanza agostana a Marbella: 467.585 dollari. Il gruppo Judicial Watch ha detto che ha impiegato due anni e una causa legale per ottenere la documentazione dall'amministrazione Obama, una resistenza che è la prova di quanto imbarazzanti fossero i dati nascosti. L'allegra corte di Michelle, riportò al tempo il non discutibile New York Times "era composta da una delle sue figlie, da due amici e quattro delle loro figlie, da una coppia di assistenti e da una coppia di membri dello staff della Casa Bianca in avanscoperta".  di Glauco Maggi twitter@glaucomaggi      

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