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La foto in bianco e nero: fascino e sensualità fuori dal tempo (e dalle mode)

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“Ma perché la metti in bianco e nero, sembra la foto di un morto!?”. “Dà idea di vecchio, di superato! Che noia!”. “Ma con tutti i filtri che ci sono, proprio quel piattume?”. Può sembrare assurdo, ma c’è ancora chi considera il bianco e nero “vecchio e superato”. E non è solo una questione di gusti, sui quali è difficile esprimersi (ciascuno ha i suoi) ma i gusti sono una cosa, i giudizi - affrettati - un’altra. 

Affrettati perché, in una quotidianità che ormai si consuma sui social, la bellezza, il fascino e l’eleganza subiscono la massificazione di tonnellate di contenuti spiaccicati sulle piattaforme sociali, talvolta purtroppo accompagnati da imbarazzanti trovate quali orecchie da coniglio, occhialini e baffi da gatto. 

Fedeli ad un trend che ormai ha superato il mezzo secolo (per intenderci quello dello scandalizzare per forza, nato durante la Contestazione),  si è abituato il palato a percepire “bello” solo ciò che è in linea con il mood del momento. 

Ma lasciamo stare, per un attimo, post, storie, tik tak/tok e compagnia cantante, concentrandoci invece sull’istante. Un istante colto magari per caso, magari non in posa forzata, in cui l’obiettivo si posa su un volto, un bel volto… inseguito esaltato da un superbo bicolore. 

Il bianco e nero non è morto né è mortifero, semmai è un fare fotografia difficile, che mette alla prova competenza, spirito e pazienza e di fronte alla quale non si è mai del tutto bravi anzi, si è perenni allievi affamati di apprendere. 

Per parafrasare Ginger Rogers, il b/n ha una mistica ed una modalità incomparabile. E’ un richiamo immediato per l’occhio ad una eleganza sobria, alla sensualità, alla bellezza, alla nostalgia di cose passate la cui bellezza si ferma nel tempo di uno scatto. 

Marco Petrelli (giornalista e fotoreporter) 

IG: @marcoreporter 

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