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Spano, l'ex direttore Unar e lo scandalo delle orge gay: "Ho la tessera del circolo, ma l'avrò..."

Giulio Bucchi
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In tasca Francesco Spano ha la tessera del circolo che prendeva soldi dalla Presidenza del Consiglio per organizzare orge gay. "Non me lo ricordavo. Ho controllato, è vero, ma l'avrò fatta in un altro locale del gruppo, di altro genere, ne hanno tanti". Si difende così, sul Corriere della Sera, l'ex direttore dell'Unar (Ufficio anti-discriminazioni razziali) costretto alle dimissioni dopo lo scandalo sollevato dalle Iene in tv. Ieri pomeriggio ha incontrato la sottosegretaria Maria Elena Boschi, che avrebbe gentilmente richiesto la sua testa. "Mi sono dimesso, sì, ma guardi che è un atto non dovuto, solo opportuno, per rispetto al lavoro che in quest'anno ho svolto con tanta passione e abnegazione", spiega Spano, che avrebbe chiesto in prima persona il faccia a faccia con la Boschi. Le Iene lo hanno immortalato con un folkloristico cappotto arancione, decisamente imbarazzato per le accuse rivoltegli: "Questa bufera che hanno creato è infondata, mi hanno messo in mezzo - si difende sul Corriere -. La procedura seguita è trasparente, esiste una graduatoria. Inoltre era il primo bando e quei fondi non sono stati assegnati o spesi, ma tuttora in cassa". L'associazione chiamata in causa, la Anddos, "era iscritta dal 2014 e io sono arrivato solo nel gennaio del 2016. Si è classificata tra i primi 31 su 297, se non ricordo male. Il suo progetto, in collaborazione anche con l'Università La Sapienza, prevedeva la costituzione di centri di ascolto e supporto anti-violenza omofobica per persone in difficoltà". Il circolo, però, pare avere finalità decisamente più ludiche. A luci rosse, per l'esattezza: "Infatti appena l'ho saputo sono corso a presentare denuncia al posto di polizia di Palazzo Chigi".

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