Cerca
Logo
Cerca
+

Musica per le feste milanesi. Altrimenti sai che vuoto?

Le differenze tra le notti sotto al Duomo e quelle di Roma....

  • a
  • a
  • a

Alle feste milanesi si balla, a quelle romane si mangia, scrive il collega Gianluca Roselli raccontando il sabato sera. Diciamo che nella capitale alle feste si mangia "con piacere" perché i romani preparano pranzi luculliani, il cibo è abbondante e di qualità; alle feste milanesi si balla perché il cibo non c'è, e quando c'è sono soltanto salatini, patatine e olivette comprati all'Esselunga. Non solo: i romani aprono le loro case agli amici, i milanesi no, quei pochissimi costretti a farlo, chissà per quale strano tornaconto, soffrono come matti prima, durante e dopo. Nei salotti romani si degustano piatti di tutto rispetto, si chiacchiera amabilmente sorseggiando buon vino, nelle case lombarde (attenzione: non sono salotti) gli ospiti non sanno cosa fare e soprattutto cosa dirsi. Quando aprono bocca i loro discorsi contengono solo due parole: denaro e lavoro, lavoro e denaro… Un party meneghino, scrive Roselli, può dirsi riuscito solo se c'è la  musica. E meno male che c'è, perché i milanesi della musica ne hanno davvero bisogno. Per coprire il vuoto che hanno dentro e fuori. A Milano non c'è un ristorante che non abbia musica di sottofondo. Sottofondo si fa per dire, perché la musica è ad alto volume, martellante e particolarmente fastidiosa. Impossibile  conversare. Ma se i ristoratori continuano a metterla vuol dire che non si lamenta nessuno. E se non si lamenta nessuno, vuol dire che ai milanesi sta bene così, non sentono il bisogno di parlare né di ascoltare. C'è la musica  per colmare… quel vuoto.

Dai blog