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La tuta diventa fashion, ma occhio agli scivoloni

Daniela Mastromattei
Daniela Mastromattei

Daniela Mastromattei è caposervizio di Libero dove si occupa di attualità, moda e costume, adesso anche "in prestito" alla politica. Ha cominciato a fare la giornalista al quotidiano Il Messaggero, dopo un periodo a Mediaset ha preferito tornare alla carta stampata

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Finalmente si sono convertiti alla tuta sia quelli che si ostinavano a dire che era un capo adatto agli abitanti da Firenze in giù, sia quelli con la puzza sotto il naso che la denigravano tanto da sostenere che bisognava tenerla chiusa in palestra. Si è convertita alla tuta persino la Milano e dintorni più provinciale sempre attenta al bel vestito, anche per portare fuori il cane. Tanto che ormai si vedono tutti in tuta. Come se avessero improvvisamente compreso pregi e virtù della tuta, da utilizzare  come capo informale (e soprattutto comodo) nel tempo libero, per stare in casa, ma anche per uscire, come insegnano le star hollywoodiane, che la indossano spesso e volentieri fuori dal set, consapevoli di finire in tenuta sportiva sulle copertine di tutto il mondo. Ma se ne fregano. Non devono dimostrare a nessuno di saper portare lo smoking o i tacchi alti da red carpet, di sapersi vestire con cura per un appuntamento di lavoro, un aperitivo o la prima di uno spettacolo teatrale, ecc. Ma a Milano si sono convertiti non perché si siano svegliati improvvisamente e abbiano avuto un'illuminazione su quanto i pantaloni felpati e la giacca con il cappuccio siano comodi quando non si va in ufficio, per andare a fare una passeggiata, a comprare i giornali o per andare a far colazione la domenica mattina. E non perché improvvisamente si sentano liberi... di indossare quel che vogliono senza temere di essere giudicati. E no, troppo facile. Sono mesi che le riviste di moda propongono le tute più fashion in tutte le salse. Ma ad alcuni neppure questo era bastato. Solo quando si sono trovati di fronte alla loro boutique di riferimento con la tuta in vetrina, hanno alzato le mani in segno di resa. E il passa parola tra i «clan» ha fatto il resto. Ora nella città meneghina sono tutti in tuta. Per andare dove? Ovunque. E a tutte le ore. Quando un capo diventa fashion, la città della moda sembra non conoscere la misura. E qualcuno di loro si dimentica pure di guardarsi allo specchio. Sta bene, sta male, non importa. «Fa tendenza». Tanto che gli stilisti la definiscono la nuova divisa… dei soldatini. Attenzione però agli abbinamenti, gli scivoloni sono dietro l'angolo. Alle modaiole più audaci va ricordato che la si può indossare anche con i tacchi, purché non sia il classico modello con cui si va in palestra. Quella usatela sul tapirulan. Nella foto Sharon Stone

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