Ballerine, cerchietto e gioielli di famiglia Ecco la milanese chic
«Milano non è una grande città: è una piccola città di grandi ambizioni. Lo è da sempre, nelle sue espressioni politiche e architettoniche, nei movimenti letterari e artistici che ha tenuto a battesimo e perfino nel suo ostinato mecenatismo». Parola di Fabiana Giacomotti, autrice di una Guida alla città dello stile (edito da Baldini&Castoldi, 20 euro) piacevolmente illustrata da Sara Not, piena di foto e di consigli pratici, con nuovi indirizzi dove acquistare, scegliere o anche solo informarsi; che conduce nella città meneghina attraverso spunti e aneddoti storici. La Giacomotti racconta la sua Milano tra i chiostri (e i cortili più belli), i posti più romantici, i musei da scoprire e le gallerie imperdibili, alternati ad alcuni irrinunciabili must come l'acquisto del profumo introvabile altrove, da Dansi in Corso Genova o la scelta dei gemelli da camicia, da Delmaldé in via del Carmine. Dai negozi dove si vestono anche gli stilisti (che non sono affatto i più costosi) ai collezionisti di vintage dove comprano le star hollywoodiane, dal bar dove si beve il cappuccino perfetto ai ristoranti dove si va per farsi (o non farsi) vedere. Ma anche la pelletteria che ripara le vecchie valigie, la famiglia di fabbri che lavorava già per Gio Ponti, il visagista dove vanno «tutte» e i luoghi magici e segreti in cui dare appuntamento a un nuovo amore. Non mancano le dritte e i consigli per farsi riparare la bicicletta (il mezzo per eccellenza dei milanesi). Non solo, descrive la Milanese chic che non ama apparire: «Certe scollature che vedi fiorire altrove, qui sono molto malviste; si sono adeguate perfino le nostre grandi cortigiane tipo Marie Duplessis che ostentano abitucci da monaca e sguardi timidi». La milanese è una borghese convinta, lo è nel profondo del proprio dna, prima ancora che della propria anima; ha un'intima ostilità verso chi porta i tacchi alti, perché lei indossa solo le ballerine con pantaloni a sigaretta, appena sopra la caviglia, golfini color cammello e cerchietti. L'unica concessione che si regala è l'etnico (con molta parsimonia) che fa tanto viaggiatrice colta, o il vintage di grande firma, spesso spacciato come pezzo di famiglia.