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AltaRoma tra Russia e Grecia

Daniela Mastromattei
Daniela Mastromattei

Daniela Mastromattei è caposervizio di Libero dove si occupa di attualità, moda e costume, adesso anche "in prestito" alla politica. Ha cominciato a fare la giornalista al quotidiano Il Messaggero, dopo un periodo a Mediaset ha preferito tornare alla carta stampata

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AltaRoma apre oggi con le sfilate di stilisti stranieri al debutto e non; con le presentazioni di nuovi talenti italiani, come Fabio Quaranta, con il suo tableau vivant di cappotti, realizzati in collaborazione con Andrea Caraceni, in un'ambientazione ispirata al film L'ultima notte di quiete. E come Nino Lettieri con i suoi abiti anni Trenta stile Poiret e le giacche da polo presentate nel Centro Ippico Militare dei Lancieri Montebello. Sulla passerella di S. Spirito in Sassia, questa mattina, la stilista polacca Natasha Pavluchenko ha proposto la sua gipsy woman delle nevi, in minigonna, pantaloni a zampa e lunghi cappotti in pelle, di cui la stilista è grande amante, dall'evidente richiamo agli anni '70. In testa la bandana in pelle. Il designer russo Leonid Alexeev ha debuttato oggi sul palcoscenico di AltaRoma, per uno scambio con l'Aurora Fashion Week di San Pietroburgo, ha debuttato con collezione che rilegge i codici e lo stile anni Quaranta in nuovi materiali e accostamenti inediti di tessuti. Alexeev, 32 anni, studi alla Saint Martin School di Londra, atelier a San Pietroburgo, nel suo paese, lo stilista è conosciuto per il menswear. Ma quella presentata oggi a Roma è la sua quarta collezione donna. Ad ispirarlo, «l'immagine di una donna sotto la pioggia» ha spiegato lui nel back stage. Così per ripararsi dalle intemperie ecco il cappotto in pvc grigio ghiaccio, la cappa color avorio nello stesso materiale e addirittura l'abito elegante con vita stretta e gonna ampia, già new look anni '50. In pedana giacche e soprabiti dalla linea destrutturata in mohair pelosi e ondulati, mischiati a lane lisce. Abiti e completi pantaloni dalla linea scivolata in strati di tessuti diversi e lunghezze variabili, che mixano tessuti in 3D e lane pettinate. Bei cappotti in lana grigio asfalto decorati con rombi di visone ton sur ton. Ha scelto Palazzo Firenze per presentare la sua capsule di «neon -couture», Angelos Bratis, lo stilista greco, vincitore del concorso Whòs on next? 2011. In un allestimento da set cinematografico, forme geometriche, colori elettrizzanti e volumi meticolosamente studiati sembrano fluttuare in una suggestiva atmosfera di contrasto tra decorazioni barocche e luci al neon. Sono cinque abiti concettuali, dai volumi ampi e costruiti, giocati su linee pure, tagli virtuosi, classicità dei volumi. Fili di neon sincronici e danzanti disegnano il perimetro degli abiti. I tessuti invece sono di matrice couture: gazar, chiffon, crepe marocaine di seta, piquet di cotone, micro broccato. Chiude i defilè la sfilata della couture da «mille e una notte» della stilista libanese Mirelle Dagher, per la seconda volta a Roma from Beirut. Infine, la presentazione, in collaborazione con Uman Foundation, della nuova collezione del marchio eco-etico Cangiari disegnata dallo stilista Paulo Melim Andersson, designer del team di Martin Margiela, già creative director di Chloè e design director di Marni. La nuova collezione vuole essere una danza di colori, profumi e suoni che prendono vita da acqua, aria e sabbia e che prendono vita sulla pelle di chi li indossa. Linee fluide e ariose come una brezza marina sono valorizzate da lino, cotone, dalle sete biologiche, tessuti a mano nei telai della tradizione calabrese. La leggerezza diventa assoluta nell'innovativa tela artigianale, ottenuta con battitura delicata che gioca con le trasparenze per creare un effetto tulle.

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