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Il maschio Hermès è sicuro di sé anche quando veste casual

Daniela Mastromattei
Daniela Mastromattei

Daniela Mastromattei è caposervizio di Libero dove si occupa di attualità, moda e costume, adesso anche "in prestito" alla politica. Ha cominciato a fare la giornalista al quotidiano Il Messaggero, dopo un periodo a Mediaset ha preferito tornare alla carta stampata

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La Paris Fashion Week maschile si è chiusa con la sfilata di Sir Paul Smith. Lo stilista, amante del colore e dell'allegria, è sempre capace di coniugare le provocazioni artistiche dei moderni Peter Pan a uno stile da uomo più serio e maturo. Per la primavera estate 2018 ha scelto un dandy giovane e scanzonato, mandando in passerella capi classici abilmente mixati con dettagli fluo come il fucsia e camicie con stampe particolari abbinate a sottogiacca floreali. Insomma colore e allegria. Mentre Hermès marchio di punta delle passerelle sotto la Torre Eiffel conferma il suo uomo sicuro di sè anche quando è casual. La stilista Véronique Nichanian ha proposto una collezione sportiva ma sofisticata grazie alla silhouette fluida di pantaloni e giacche con la palette di colori ricca di marroni, di verdi, di rossi spenti. Grande attenzione ai dettagli e agli accessori, con borse maschili che le donne vorranno rubare. Kim Jones, direttore artistico delle collezioni uomo Louis Vuitton, ha pensato alle isole: «La Nuova Zelanda, l'Isola di Pasqua e, in particolare, le Hawaii. Sono stato ispirato in generale dal viaggio, dallo spostamento da un luogo ad un altro e dall'esperienza di civiltà e identità diverse». Il risultato: una collezione di ibridi e fusioni. Le Hawaii, con le loro tradizionali camicie Aloha, ispirano le stampe e gli intarsi della maglieria con fogliame esotico dando vita alle nuove fantasie hawaiane immaginate da Louis Vuitton. Gli sport estremi che si praticano su queste isole, il windsurf, l'arrampicata, il trekking e l'escursionismo, influenzano sia le silhouette sia la nuova grafica del logo. La scritta “Louis Vuitton” diventa uno slogan sportivo, un adesivo stampato su maglieria, t-shirt e felpe scuba. Gli outfit sono contaminazioni ma le ispirazioni non si fondono, restano definite e individuali, come un'isola. I tessuti sono leggeri, moderni, fluidi, pratici e adatti a viaggiare: sete tecniche, mohair e sottili strati di pelle di vitello fusi con il neoprene rispondono alle esigenze del moderno viaggiatore. E che dire dello smanicato che si è visto da Dior homme. Giacche, giubbettini, t-shirt dimenticano spesso e volentieri le maniche, sfoderando braccia spavaldamente nude. Un fil rouge che unisce l'intera nuova collezione, dove, a proposito di nudità più o meno riuscite, non mancano neppure shorts corti, anzi cortissimi. Altro vezzo dell'uomo Dior la sciarpa svelta e sottile che avvolge con nonchalance il collo, prima di ricadere - ovviamente con altrettanta noncuranza - lungo il corpo. Una collezione che pur prediligendo tinte scure e color sobri mette l'accento su elementi troppo stravaganti.

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