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Le ministre con i pantaloni

Daniela Mastromattei
Daniela Mastromattei

Daniela Mastromattei è caposervizio di Libero dove si occupa di attualità, moda e costume, adesso anche "in prestito" alla politica. Ha cominciato a fare la giornalista al quotidiano Il Messaggero, dopo un periodo a Mediaset ha preferito tornare alla carta stampata

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 Donne con le gonne… Non è così nel governo Letta. Le sue ministre per il giorno del giuramento hanno preferito non distinguersi per la femminilità.  Hanno scelto  di avvicinarsi il più possibile al mondo maschile, almeno nel look. Niente mise civettuole. Pantaloni, la parola d'ordine. Due le  eccezioni: Nunzia De Girolamo (Politiche Agricole) ha scelto un tubino blu al ginocchio con sopra uno spolverino in tinta e filo di perle, mentre Maria Chiara Carrozza (Istruzione) il tailleur con gonna scura che le copriva il ginocchio e giacca grigia modello Chanel.  Nel  governo Letta si registra il 32 per cento di presenza femminile, una ministra su tre; Monti ne aveva volute soltanto tre in tutto. Una svolta. Eppure queste donne non hanno voluto accentuare l'aspetto rosa. Hanno preferito confondersi con gli onorevoli uomini, vestiti in abito scuro. Così ha fatto  Anna Maria Cancellieri (Giustizia) presentandosi in nero, pantaloni e giacca lunga, persino la collana girocollo è di perle scure.  Beatrice Lorenzin (Salute) sembrava pronta per un colloquio di lavoro: tailleur pantalone grigio con camicia di seta  color avorio. Anche Josefa Idem (Pari opp-Sport) ha indossato pantaloni grigi e giacca scura  lunga fino al ginocchio.    Fuori dal coro, il coraggioso azzurro acceso  (bluette) del completo pantalone,in shantung di seta, di Cecile Kyenge (Integrazione), prima ministra di colore nella storia del governo italiano. E la giacca rossa con collo alla coreana sfoggiata con naturalezza da Emma Bonino (Esteri): grande personalità, non solo nella scelta del look.E grande simpatia.La titolare della Farnesina, fuori da Palazzo Chigi, presa d'assalto dai giornalisti, si gira verso il suo accompagnatore: «Dove sei finito? Per una volta che ho un cavaliere...».

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