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Il mal d'Africa colpisce anche la moda

Daniela Mastromattei
Daniela Mastromattei

Daniela Mastromattei è caposervizio di Libero dove si occupa di attualità, moda e costume, adesso anche "in prestito" alla politica. Ha cominciato a fare la giornalista al quotidiano Il Messaggero, dopo un periodo a Mediaset ha preferito tornare alla carta stampata

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La moda ci vuole regine Ashanti o eploratrici del deserto. Evoca il sapore della terra, le tinte calde del sole e della natura, che richiamano culture lontane. Il piacere di indossare un abito etnico è un modo per sentirsi un po' lontane dalla città pur restando sedute alla scrivania. Per l'estate in arrivo non ci sono solo stampe animalier e disegni geometrici, ma anche volant per rendere l'abito ancora più libero con tagli asimmetrici che conferiscono un look selvaggio e irregolare. Via libera quindi a vestiti con disegni tribali, tessuti stuoia, amuleti come gioielli, profili di rafia, perline ricamate e lavorazioni a uncinetto. Ai piedi sandali Masai, mentre grandi borse di pelle intrecciate riprendono i colori dei murales dipinti dalle donne africane. Tessuto afro-batik come lo vuole Burberry, urban-chic come detta la guru americana del glamour, Donna Karan. Gucci torna alle geometrie primitive, mentre Marni crea una capsula folk per H&M. Safari nei toni kaki, sabbia, ocra per la collezione Afriluxe di Michael Kors che azzarda con una specie di tenda mimetica come scialle dove altri mettono il parka, il grande capo must di questa primavera-estate. Il parka resta nel circuito safari, color sabbia o verde militare come lo ha magistralmente realizzato Twin - Set (Simona Barbieri) cercando di renderlo femminile sulle spalle e giro manica.  Chissà se si tratta di nuova afro-consapevolezza nata dall'onda della popolarità della First Lady Michelle Obama oppure è solo un desiderio di evasione verso un mondo più naturale.   Voi che ne pensate?

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