Per una direttrice che va, un'altra che arriva. Stiamo parlando di giornali, informazione, il nostro pane quotidiano e i web-lettori ci scuseranno, ma ormai alcuni giornalisti sono più famosi dei personaggi dello spettacolo, le loro vicende coinvolgono e interessano un po' tutti. Prendiamo il caso di Concita De Gregorio. Tra gli addetti ai lavori e, soprattutto tra i fan di Repubblica, era già abbastanza nota, ma la sua fama è cresciuta con la nomina a direttore dell'Unità, storica testata della sinistra fondata da Antonio Gramsci. La prima donna "direttora" del quotidiano comunista dopo anni di strapotere maschile. Sembrava una bella notizia, ma Concita, dicono oggi anche all'interno del Partito democratico, ha fatto troppo . Niente a che vedere con la base, i militanti, la pancia del Pd. Morale: dal Primo luglio non dirigerà più quel giornale, che negli ultimi anni, soprattutto sotto la sua gestione, ha perso un sacco di copie. Dispiace dirlo, ma la signora, che pure è una penna brillante, non ha saputo guidare l'Unità, o meglio ha preferito entrare nel giro dei direttori che pontificano con editoriali al vetriolo per dire quello che pare a loro, ma distanti dalle esigenze della gente, lontani dalle aspettative dei lettori "storici" dell'Unità, magari non più giovanissimi, ancorati a un passato che la De Gregorio non ha saputo sfruttare o raccontare. . Concita era stata voluta da Walter Veltroni quando era segretario del Pd, mentre l'attuale Pier Luigi Bersani non l'hai mai potuta tanto soffrire. Lui, emiliano doc, che vuole , allergico alle zeppe nere di Concita e al suo nasino all'insù. , come si dice a Rma. E cioè, fatti non chiacchiere. Poco arzigogoli, più partito. A sostituire la De Gregorio, che sta già scrivendo un altro suo libro, ci sarà Claudio Sardo, pratico e attento biografo dello stesso Bersani. C'è da dire, a difesa dell'ex direttrice (che non ha affatto preso bene il siluramento da parte dell'editore Soru), che non è tutta colpa sua se le cose sono andate male. Il Fatto, quotidiano diretto dall'ex direttore dell'Unità Antonio Padellaro, ha catalizzato l'attenzione delle nuove generazioni, a sinistra ma pure a destra. Ha rubato valanghe di lettori alla concorrenza blanda di Concita e dei suoi, grazie al traino di Travaglio in tandem con Michele Santoro. Potenza della tv. Via la bionda giornalista della carta stampata, che forse tornerà all'ovile di Repubblica, c'è un'altra bionda neo-direttrice ma in televisione: Sarah Varetto. Ha sorpreso parecchi dell'ambiente la sua promozione alla guida di Skytg24, il canale all news sul satellite, sempre più seguito. La Varetto, torinese, 39 anni, mamma di due bimbi, dispiace ammetterlo, ma per la gente lontana da questo mondo è ancora solo la moglie di Salvo Sottile, conduttore di Quarto Grado, già inviato e vicedirettore del Tg5. Fanciullo prodigio lui (che è figlio d'arte), giovane cronista di Grp, il giornale radio Piemonte lei. Galeotto l'incontro a Roma, proprio negli studi di Sky e la carriera parallela. Lui sui grandi casi di "nera", lei esperta di economia. A contatto con i poteri forti del Paese, banchieri e imprenditori. Piglio sabaudo, per qualcuno forse al limite della freddezza, inconfondibile accento torinese e tenacia: l'editore, Tom Mockridge ha scelto la Varetto per dare il cambio a Emilio Carelli, che dirigeva le news di Sky da oltre otto anni, dall'inizio. Eppure la piemontese si è fatta spazio , ha detto Mockridge. E già i colleghi tremano: ci metterà tutti sull'attenti? La sfida è tosta. Anche perché, se non dovesse andare bene, si dirà che è la solita giovane bionda catapultata in un ruolo più grande di lei solo per il gusto di mettere una donna. Un po' come è successo con Veltroni e la De Gregorio. Ma le due signore, lo sanno tutti, sono molto diverse. Su Raitre poi c'è un'altra "capa" inflessibile: Bianca Berlinguer. E prima ancora Lucia Annunziata. Nei giornali di destra solo Pia Luisa Bianco ha avuto una parentesi alla guida dell'Indipendente. Susanna Petruni è stata stoppata al Tg2, perché sconta il suo essere troppo berlusconiana. E alla fine metteranno un uomo anche lì. Con Lorenza Lei, direttore generale della Rai al posto di Masi, le cose stanno forse cambiando. E fortuna che ci sono i settimanali femminili...