Sondaggio Swg: a Verona lista Tosi al 24%, Lega al 20%
la sfida nel nordest
C'è ancora un mese di tempo per sciogliere il nodo della lista Tosi. Umberto Bossi ha già detto che non si farà, ma il sindaco di Verona è determinato e non vuole mollare. Da alcune ore, sulla sua scrivania è arrivato un sondaggio Swg che offre indicazioni precise. L'81% degli intervistati s'è detto soddisfatto della sua giunta, a fronte di un 19% che si definisce deluso. Ma è sulle intenzioni di voto che la rilevazione offre spunti interessanti. La Lega è data al 20% e l'eventuale lista Tosi addirittura al 24%. Totale, 44%. Il Pdl è inchiodato al 15% e la Destra all'1,5%. Il centrosinistra non supera il 30% e il Terzo Polo è quotato al 5,5%. Senza lista Tosi, dicono i fedelissimi del primo cittadino, il Carroccio rischia di eleggere il sindaco senza avere la maggioranza in consiglio comunale. Se la lista Tosi verrà davvero bocciata da via Bellerio, è allo studio un'altra formazione civica senza il nome dell'amministratore leghista ma farcita di suoi fedelissimi. In teoria non raggiungerebbe il 24% della lista Tosi, ma potrebbe tamponare l'emorragia di consensi verso gli altri schieramenti. Centrodestra in primis. E' il famoso “piano B” su cui stanno ragionando i fan di Flavio e di cui avevamo già scritto su Libero. A favore della lista Tosi c'è Roberto Maroni. Contrarissimo l'altro ex ministro, Roberto Calderoli, che col sindaco veronese non ha feeling. Per il no c'è anche il leader della Liga Veneta ed esponente del cerchio magico Gianpaolo Gobbo, che l'altro giorno ha definito come «pura invenzione» l'ipotesi che il partito possa dare il via libera alla lista Tosi se il primo cittadino rinuncerà a concorrere alla segreteria regionale, che nel vocabolario padano è nazionale. «Non esiste alcuna ipotesi del genere» giura Gobbo. D'altronde, osservano i maligni, un eventuale successo personale di Tosi gli spalancherebbe le porte per guidare il Carroccio nella terra di San Marco, ma soprattutto cambiarebbero i rapporti di forza nella Liga Veneta: Verona diventerebbe la capitale del movimento, scalzando la Treviso di Gobbo e Gentilini, del governatore Luca Zaia e del nuovo capogruppo alla Camera Gianpaolo Dozzo.