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S'accende la sfida per guidare la Lega in Lombardia

il futuro del carroccio

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C'è attesa per il vertice della Lega Lombarda di venerdì 3 febbraio in via Bellerio. Sul tavolo c'è la faccenda del congresso, e i maroniani spingono affinché il leader regionale (che i lumbard chiamano nazionale) Giancarlo Giorgetti scelga una data a marzo, sull'esempio del piemontese Roberto Cota. Ben prima del termine ultimo (giugno) stabilito dal consiglio federale di domenica 22 gennaio. La poltrona di Giorgetti è ambitissima. Marco Reguzzoni, ex capogruppo alla Camera, vorrebbe sfilargliela da tempo. Tra i fedelissimi dell'ex ministro dell'Interno, invece, girano i soliti nomi di Matteo Salvini e Giacomo Stucchi più Andrea Gibelli (che è in ottimi rapporti con Roberto Calderoli). Giorgetti è stufo marcio e da tempo giura di voler mollare tutto. In più, ha preso male le polemiche seguite alla decisione del Senatur (che lui ha dovuto comunicare ai segretari provinciali) di bloccare i comizi di Maroni in Lombardia. Indicazione poi rimangiata dal leader, che ha negato tutto. Al massimo, Giorgetti potrebbe decidere di fare il presidente della Lega Lombarda, che attualmente è Roberto Castelli. Regolamento alla mano, presidente e segretario nazionale non possono essere della stessa provincia. Esempio: il lecchese Castelli non è incompatibile col varesino Giorgetti. Ma la presenza di quest'ultimo rischierebbe di mettere fuorigioco Reguzzoni che è di Busto Arsizio. In via Bellerio sbuffano: macché, nel caso ci sarebbero deroghe. Come dire che non ci sono problemi insuperabili. Reguzzoni, dopo essere stato sostituito a Montecitorio dal trevigiano Giampaolo Dozzo, sta affilando le armi per preparare la riscossa. Ai primi di marzo, hanno rivelato i quotidiani locali, ha deciso una convention nella sua Busto Arsizio. Una risposta, notano i maliziosi, al bagno di folla organizzato a metà gennaio da Maroni in quel di Varese. La battaglia per il comando della Lega Lombarda è appena cominciata…

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