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Piccoli Napoleone crescono
La nuova grandeur arancione
Mutuando un'espressione cara a Massimo D'Alema si potrebbe dire che “finirà con lo scolapasta in testa”. Giuliano Pisapia insiste con la linea del rigore: non accetta l'idea che Silvio Berlusconi sia caduto sotto i colpi della speculazione sui Btp italiani. Il merito, continua a ripetere, è solo suo. "Il mio successo a Milano può essere sì storico, anche visto alla luce di ciò che sta accadendo in questi giorni nel governo”. La teoria, quindi, è chiara. La crisi greca non c'entra. Quella dell'euro è solo una scusa. Berlusconi ha riconosciuto lo strapotere della nuova roboante squadra di Palazzo Marino, che conta personaggi del calibro di Pier Maran (quello di “fa caldo in metrò? Abbassate i finestrini”) e della nuovissima maggioranza in Consiglio comunale (il nostro preferito è il giovane Luca Gibillini di Sel, quello che voleva regalare abbonamenti Atm ai clandestini e che, tra l'altro, ci ha bollato come fascisti). Con nomi simili è ovvio che il Cavaliere abbia compreso di non essere più all'altezza. D'altra parte la capacità di coinvolgere il Paese è evidente. Questa domenica il sindaco ha deciso di fermare il traffico in città e spiega che “per la prima volta non saremo soli”. La verità: hanno aderito undici Comuni in tutto. Meno del dieci per cento del totale, in provincia di Milano. E ovviamente si tratta di giunte di sinistra.
Dai blog
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Killers of the Flower Moon, una storia di petrolio (e di scoperte)
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