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Il coraggio di Vasco

Vasco Rossi

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Ci vuole coraggio, tanto, a dire: sto male. Ce ne vuole tanto di più in un mondo che, come dicevo un po' di tempo fa, ha estromesso il male, la malattia, tutto ciò che ci ricorda che non siamo onnipotenti, infiniti, immortali. Ci vuole ancora più coraggio a farlo, a dire: sto male, quando sei una star, un'icona, il simbolo del successo, il mito in cui migliaia di fan si riconoscono. Vasco, per quella sua innata, irriverente tendenza a smentire i luoghi di comuni, a prendersi gioco delle false normalità, l'ha fatto. Ed è un grande, generoso atto di coraggio. Nel mostrarsi totalmente fragile, dipendente - lui amante della libertà - dall'aiuto di qualcun'altro (vedi l'elenco dell'equipé medica al completo), ha compiuto un grande gesto di forza. Come dire: il male c'è, nasconderlo non è da uomini, ma si può vivere, anzi si deve vivere, anche guardandolo in faccia. Di più: è questo che ci rende più uomini. Ed è stato generoso. Perché condividere la propria debolezza non è facile.Non lo è con le persone che ci stanno vicini. Figurarsi con un mondo che aspetta solo la caduta del re. Lo si fa solo per due ragioni: bisogno di aiuto o amore per chi riceve la tua confidenza. Come fosse un regalo: ecco chi sono, a te lo dico. E se anche tu, magari, vivi il mio stesso dolore, sappi che non sei solo. Ed è proprio così: . Eh già. E la candela non è solo una canzone. Ma il cuore che ti batte dentro, gli occhi con cui guardi la gente per strada o il sole al mattino, la tua faccia. Allora scopri che quel pungolo che ti rode dentro ha un senso. Grazie Vasco. Ps. Del resto, aveva già spiegato tutto qui: http://www.youtube.com/watch?v=3H1NOBURCJo

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