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Italia, paradiso islamico per i predicatori d'odio

La Francia nega il visto a Qaradawi. Il governo Monti aspetta la strage

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È stato necessario il massacro compiuto da Mohammed Merah perché il presidente francese Nicolas Sarkozy dichiarasse lo sceicco egiziano Yussuf Al Qaradawi "persona non grata" sul territorio della République. Non avevano atteso così a lungo gli Stati Uniti che l'avevano inserito sulla loro "lista nera" già nel 1999, né il Regno Unito, che gli avevano negato il visto d'ingresso nel 2008. Presto o tardi, l'Occidente arriva a comprendere il legame fra i predicatori d'odio e la violenza. Tergiversa ancora, invece, l'Italia. A Bellaria, il 6 gennaio scorso, con il benestare del governo Monti, è intervenuto a un convegno dell'Ucoii un tale Sawfat Hijazi, telepredicatore egiziano che, a causa della sua «inaccettabile glorificazione della violenza terroristica», due anni fa fu collocato dal ministero dell'Interno britannico nell'elenco degli indesiderati. È meno famoso di Qaradawi, che sulla tv araba Al Jazeera si è spinto fino all'apologia di Adolf Hitler. Ma anche Hijazi si dichiara apertamente «nemico degli ebrei» e invita le mamme islamiche a educare i propri figli alla guerra santa. È convinto, e lo ripete pubblicamente, che «il giorno del giudizio non arriverà prima che avremo combattuto gli ebrei». Interrogato da Souad Sbai, il ministero dell'Interno non si è ancora degnato di rispondere in Parlamento. Forse aspettano la strage anche in Italia. Nel frattempo, l'Ucoii, associazione promotrice dell'evento di Bellaria, è stata inserita fra i membri della Conferenza sulle religioni dal ministro dell'Integrazione Andrea Riccardi.

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